

ATTUALITÀ – Il presidente Donald Trump ha sorpreso i mercati mercoledì annunciando una sospensione di 90 giorni dell’imposizione, da parte degli Stati Uniti, di tariffe doganali più elevate per la maggior parte dei paesi. Questa decisione rappresenta un’inaspettata inversione di tendenza nella sua guerra commerciale che ha recentemente destabilizzato i mercati globali.
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Trump ha comunicato sui social media di aver preso questa decisione perché più di 75 partner commerciali non hanno reagito con contromisure e hanno contattato gli Stati Uniti per “discutere” alcune delle questioni da lui sollevate.
La Cina nel mirino
La sospensione non si applica alla Cina, che aveva reagito con aumenti dell’84% sui dazi verso prodotti americani. In risposta, Trump ha aumentato le tariffe contro Pechino al 125%, con effetto immediato.
Le tariffe residue
Nonostante la pausa, la guerra commerciale non è ancora del tutto finita. Un dazio generalizzato del 10% rimarrà in vigore per la maggior parte dei paesi. Per Canada e Messico, i beni coperti dall’accordo commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico continueranno a non essere soggetti a dazi, mentre i prodotti non esenti saranno soggetti a un dazio del 25%. I prodotti energetici e i fertilizzanti canadesi saranno soggetti a un dazio del 10%.
I dazi separati sulle auto, acciaio e alluminio importati rimarranno in vigore, come confermato dal Segretario al Tesoro Scott Bessent. Anche i dazi previsti su prodotti come legname e prodotti farmaceutici restano attivi.
Le motivazioni del cambio di rotta
Non è chiaro cosa abbia spinto Trump a cambiare idea. Solo poche ore prima sembrava determinato a proseguire, non molto tempo fa aveva persino lasciato intendere che i dazi avrebbero potuto essere permanenti.
“Ho concesso una pausa di 90 giorni per chi non ha reagito, perché ho detto loro: ‘Se reagite, raddoppieremo’“, ha spiegato Trump mercoledì. “Ed è quello che ho fatto con la Cina, perché hanno reagito. Quindi vedremo come andrà a finire. Penso che andrà a meraviglia“.
L’impatto sui mercati
I mercati hanno reagito con un forte rimbalzo dopo la sorprendente notizia questa mattina. L’S&P 500 è salito di oltre il 9%, il Nasdaq ha chiuso in rialzo di oltre il 12% e il Dow Jones Industrial Average +7,87%. Tra i maggiori beneficiari, le azioni Tesla hanno guadagnato il 22%.
Nonostante questi guadagni, tutti e tre gli indici rimangono al di sotto dei livelli di un mese fa e di inizio anno. Alcuni investitori si interrogano sulle possibili implicazioni a lungo termine della recente volatilità per il mercato azionario statunitense, si legge sulla Nbc.
La reazione positiva si è estesa anche alle Borse europee, che hanno segnato il maggior rialzo dal periodo Covid. Francoforte è salita del 7,5%, Milano del 7%, Parigi del 6,2% e Londra del 4,7%.
La reazione europea
Secondo il segretario al Commercio Howard Lutnick, “Ora gli Usa si aspettano che anche l’Unione europea rinvierà i suoi dazi di 90 giorni“. Bruxelles è pronta a sospendere le contro-tariffe da 21 miliardi contro i prodotti americani, inizialmente previste a partire dal 15 aprile.
La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha accolto con favore l’annuncio di Trump, definendolo “un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale“. La Commissione europea si prenderà il tempo necessario per valutare questo sviluppo, in stretta consultazione con gli Stati membri e l’industria.
“L’Ue conferma il suo impegno a condurre negoziati costruttivi con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di raggiungere un commercio senza attriti e reciprocamente vantaggioso“, ha affermato il portavoce della Commissione Ue Olof Gill.
La premier italiana Giorgia Meloni sta intanto preparando una missione alla Casa Bianca prevista per il 17 aprile.
Le conseguenze economiche
Con il mantenimento di un dazio del 10%, ci si chiede se le aziende saranno sufficientemente incentivate a riportare la produzione negli Stati Uniti, come auspicato dall’amministrazione Trump.
Permane inoltre l’incertezza economica su cosa accadrà in seguito alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, che esporta ogni anno negli Stati Uniti beni per un valore di oltre 400 miliardi di dollari.
Con i nuovi dazi di Trump al 125%, il costo per le aziende statunitensi che importano beni dalla Cina è più che raddoppiato. Questi prodotti includono giocattoli, sneaker, televisori, iPhone e molto altro.
Anche le aziende statunitensi che esportano in Cina sono coinvolte nella contesa, dopo che Pechino ha aumentato i dazi su beni americani come prodotti agricoli e macchinari.
Gli effetti a lungo termine
Secondo gli analisti di Deutsche Bank, coem si legge su Sky Tg24, “Anche se le tariffe venissero sospese definitivamente, l’economia subirebbe danni a causa di un senso permanente di imprevedibilità nella politica. Da un punto di vista più strutturale, gli eventi delle ultime settimane avranno ripercussioni sui partner economici globali durante i prossimi negoziati commerciali e, in effetti, per molti anni a venire“.
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