
TECNOLOGIA E INNOVAZIONE – Gli effetti repentini e difficilmente prevedibili del cambiamento climatico incidono fortemente sulla gestione delle praticole vitivinicole. Tra i filari si toccano con mano le conseguenze del surriscaldamento globale sia quando a manifestarsi è la siccità che quando invece ad esplodere sono grandinate o nubifragi, con conseguenti innumerevoli problemi alle viti, compresa la diffusione di malattie talvolta difficilmente controllabili.
L’instabilità e il rovescio degli scenari, pur essendo condizioni con le quali si inizia a convivere, condizionano fortemente non solo l’attività quotidiana ma anche le scelte da dover assumere in prospettiva, che possono diventare molto più impegnative in assenza di elementi certi e punti di riferimento.
A ciò si aggiunge che le nuove condizioni climatiche stanno contribuendo a rendere alcune aree storicamente vocate meno adatte alla coltivazione della vite e al contrario, nuove regioni, una volta non adeguate per caratteristiche pedoclimatiche, ben più attrattive, soprattutto guardando al futuro.
Questi mutamenti impongono un approccio più scientifico e basato su dati nella pianificazione della realizzazione di nuovi impianti: la scelta del terreno, delle varietà e dei portainnesti da impiegare diventa un’attività ben più complessa che richiede informazioni più circoscritte e precise per garantire il successo a lungo termine.
Ed è proprio qui che viene in aiuto la tecnologia con un supporto rappresentato da modelli che analizzano dati, tramite algoritmi proprietari, provenienti da satelliti e/o sensori al suolo, un nuovo approccio scientifico particolarmente utile che consente di costruire una panoramica completa e precisa delle potenzialità di specifiche aree per la viticoltura, individuando i migliori terreni per nuovi impianti e consentendo di ottimizzare la gestione di quelli esistenti.
Tra le fonti principali di dati ci sono quelli satellitari, che offrono una visione dettagliata e storica del territorio. Vengono impiegate immagini multispettrali per analizzare parametri come il contenuto idrico del suolo, la topografia e la vigorìa vegetativa. Accedendo a serie storiche è possibile studiare l’evoluzione di un sito e identificare i trend, come l’aumento delle temperature o la riduzione della disponibilità idrica ed è possibile valutare come il suolo trattiene l’acqua, una variabile cruciale per la scelta del terreno.
Anche i dati provenienti da sensori pubblici, come le stazioni meteorologiche e le mappe dei suoli danno il loro contributo consentendo di fare proiezioni su come il clima evolverà nel tempo.
Vengono utilizzati dati meteorologici per analizzare il clima a livello microregionale, ma anche mappe topografiche e informazioni sulla copertura del suolo per comprendere meglio le specificità del terreno, informazioni che consento di migliorare la precisione del modello specie se integrati con informazioni fornite dai viticoltori stessi, come le analisi chimiche dei suoli.
Infine anche i modelli climatici hanno un ruolo importante, fondamentali per prevedere come i parametri ambientali cambieranno nei prossimi decenni. Vengono adoperati soprattutto quelli di tipo globale, come i modelli dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), per proiettare variabili come la piovosità, la temperatura e gli eventi estremi. Questi dati aiutano a valutare la sostenibilità a lungo termine di un sito, non solo per la viticoltura, ma anche per specifiche varietà viticole.
Grazie al supporto della tecnologia che sta facendo grandi passi avanti nell’elaborazione mirata delle informazioni, i viticoltori potranno quindi contare su nuove indicazioni e prendere decisioni più consapevoli, basate su dati concreti, riducendo i rischi legati agli investimenti.
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