
La mia Bit tra scoperte, cammini, IA, tour e incontri.
Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
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In questo numero: racconto la mia Bit tra cammini, scoperte, intelligenza artificiale, prodotti turistici e incontri.
Sono in una saletta laterale, una di quelle degli eventi, e ne sto ascoltando uno dal titolo che non condivido. Esperienze, sostenibilità e autenticità tutto in una frase.
A un certo punto dei rintocchi: uno, due, tre. Le facce sul palco si guardano curiose. È un suono che non ti aspetti nei padiglioni della fiera.
Nonostante non mi piaccia quel titolo, sono lì, e sono contento perché mi ha colpito l’intervento di Giulia Canini di Orma Guides. La sento affine. Non parla di sostenibilità, ma di consapevolezza. E i viaggi che organizzano mi pare siano su questa linea; come quello a Bruxelles per conoscere i meccanismi del parlamento europeo.
Qualche numero fa scrivevo dell’importanza che ha la descrizione dell’oggi, della contemporaneità, e questo mi è parso un bell’esempio. Il viaggio può accompagnarsi alla consapevolezza.
Uscendo, ho notato quanto la sala fosse vicina allo stand del Molise con la sua campana di Agnone: ecco spiegato il mistero dei rintocchi. Campane dalla storia lunga, millenaria credo. Lì c’è una fonderia che le produce ed è autorizzata a usare lo stemma pontificio.
CAMMINI APERTI
Mi piace camminare, perciò ero curioso di sapere qualcosa in più sul ritorno di Cammini Aperti in questa edizione del giubileo. È singolare a pensarci, un progetto che fa dialogare cinque regioni: Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Toscana e Umbria (che coordina il tutto) che poi collaborano con realtà come Cai e Fish, che si occupa dei diritti delle persone con disabilità, dato che c’è l’obiettivo di renderli accessibili.
La nuova edizione sarà il 10 e l’11 maggio e si snoderà sulle vie e i cammini di San Francesco; le vie e i cammini Lauretani; il cammino di San Benedetto. In programma ci sono ventisette escursioni che attraverseranno queste terre, con la possibilità di entrare in diversi posti dal valore storico o religioso, aperti in via eccezionale.
Poi, in un videomessaggio lo scrittore e poeta Davide Rondoni, con una voce che avvolge tutto nonostante il brusio incessante della fiera, ricorda che i cammini sono una metafora della vita. Perché gli uomini sono dei camminatori, nel senso che non si sono mai fermati dov’erano.
VIAGGI, AVVENTURA E STARE INSIEME
Il segmento dei viaggi per le persone più giovani, al confine tra avventura e socialità, riscuote sempre più interesse. Infatti, anche Gattinoni ha creato la sua proposta.
DreamPacker è pensata per persone tra i 21 e i 45 anni. Gruppi di una ventina di persone che viaggeranno insieme ai coordinatori (chiamati dream specialist) e in qualche caso con degli influencer.
Le prime partenze saranno a giugno, si inizia con il Vietnam e le Egadi.
TECNOLOGIA E IA
In un angolo più tranquillo ho fatto due videochiamate: in fiera può accadere anche questo.
Quattro domande a due esperti di tecnologia del mondo dei Pms alberghieri: Marco Matarazzi di Slope e Fabio Di Prima di HotelCube. Mi piace l’idea di confrontare due punti di vista.
(D) Ho la sensazione che molte integrazioni con l’IA non siano poi così necessarie: quanto è moda?
(Marco) «In un mondo che corre, il marketing ha sempre bisogno della next big thing per mantenere rilevanti i prodotti. Non voglio dare, però, la colpa al marketing, ma a quelle aziende che non avendo una base tecnologica solida, usano l’IA come scorciatoia per mascherare software datati. Concedimi un paragone automobilistico: se metti il turbo su una Panda degli anni ’90, fa rumore, ma non la trasformi in una Ferrari».
(Fabio) «Penso sia più un trend. Dato che tutti ne parlano, non si può e non si deve restare indietro, quindi le funzioni presenti da anni e che fanno semplice uso di algoritmi sono diventate: powered by AI. Ecco, in diverse aziende non vedo granché dietro gli slogan. Però è un acceleratore pazzesco, soprattutto in ambiti come il marketing e lo sviluppo».
(D) Già prima della IA sentivo dire che i Pms hanno molte funzionalità poco usate: meglio concentrarsi su quello di cui già si dispone?
(Marco) «Verissimo, riprendendo l’esempio della Ferrari: quando mi dicono “ho un software che è una Ferrari ma ne usiamo il 10%”, penso subito che la colpa sia della software house, non degli addetti dell’hotel. Se viene usato in minima parte non è un problema dell’utente, ma del design. Un software deve essere intuitivo e piacevole da usare, d’altronde in hotel si passano giornate con il gestionale aperto. Per questo crediamo che la sua forza sia nella semplicità d’uso, che permette di sfruttare tutti i cavalli del motore».
(Fabio) «Assolutamente sì: la conoscenza di un software è la vera chiave di volta. E con buona pace di chi non vuole investire, passa dalla formazione e dallo studio. Questo non vale solo per chi usa i Pms. Anche noi che siamo una software house investiamo molto nella formazione per approfondire i tool informatici che usiamo!».
(D) Tornando alla IA, il timore è di dipendere da pochi soggetti enormi. Come la vedi?
(Marco) «A mio avviso il monopolio dell’IA non è così evidente come può sembrare, certo ChatGPT ha il brand più forte e la maggior riconoscibilità, però alternative ce ne sono. Deepseek ha dimostrato che sviluppare modelli IA proprietari è fattibile, non solo per i giganti tech. Mistral in Francia è un esempio di innovazione europea nel settore. Penso che la concorrenza ci sia, e la vedo più vivace di quanto non possa sembrare».
(Fabio) «Vero, essere un player rilevante nell’IA richiede investimenti stratosferici: acquisto di Gpu, energia elettrica e le migliori menti del pianeta. Credo che nei prossimi anni il mercato permetterà di affacciarsi a più società, ad esempio sto guardando con curiosità e interesse i modelli che funzionano senza Gpu. C’è da da capire in quale modo monetizzeranno gli investimenti, perché stanno bruciando tanto capitale».
(D) Deepseek è open source: può essere una svolta per permettere uno sviluppo più equilibrato della IA generativa?
(Marco) «Quello che trovo rivoluzionario di Deepseek non è l’essere open source, ce ne sono già diversi, ma aver dimostrato che si possono superare i benchmark di OpenAI con un impatto economico e ambientale inferiore. È un punto di svolta che mostra come sta maturando l’IA: più potente e, al contempo, più democratica e sostenibile.
A Slope abbiamo delle idee (al momento più o meno chiare) su come usarla, siamo in una fase di attesa strategica: vogliamo che questo ambito così rivoluzionario si stabilizzi prima di fare la nostra mossa, il timing sarà tutto!».
(Fabio) «Non so se sarà DeepSeek o un altro player, ma penso che l’open source farà bene al mercato come è stato Linux per i sistemi operativi. In quel caso ci sono voluti vent’anni, per l’IA vedremo i benefici già nel corso del 2025.
Noi siamo in fase di studio per capire come usarla per dare valore ai clienti, facendo attenzione che i dati restino di proprietà della struttura e, anche in considerazione di questo, che l’investimento per integrarla sia giustificato».
… Infine.
Andare alla Bit vuol dire incontrare anche chi non avevi in programma, e certe conversazioni sono ossigeno, come con Sara Prontera, marketing director di Nicolaus e Valtur. Una lunga chiacchierata sul viaggio, la scrittura, i libri e tanto altro.
E certo, poi, proprio mentre stai per andar via vedi chi avresti evitato di incrociare. Ma pazienza, tutto fa spettacolo.
Ed è tutto dalla Bit. Alla prossima.
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