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Assenzio: il grande ritorno di un distillato di nicchia

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  • 25 Ottobre 2024
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Questo articolo è stato scritto da Horeca News Italia. Clicca qui per leggere l'articolo originale

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Vietato a inizio ‘900, legalizzato nuovamente in Francia nel 2000, l’assenzio – anche noto come “fata verde” – è uno spirit non ancora regolamentato da un disciplinare ufficiale in termini di regole di produzione. Il che crea una certa confusione sul mercato. “Questo far west ha permesso di spacciare per fata verde anche prodotti industriali mediocri realizzati con coloranti e privi di erbe naturali”, osserva lo studioso Fulvio Piccinino. L’unica direttiva, a livello europeo, riguarda la quantità di tujone, composto presente nell’artemisia ritenuto responsabile degli effetti allucinogeni storicamente attribuiti all’assenzio (limitato a 10 mg/kg per i liquori e 35 mg/kg per i distillati di assenzio).

L’ASSENZIO NEI COCKTAIL

Non esistendo più sul mercato, l’assenzio era ormai associato ai poeti maledetti e a un passato che non sarebbe più tornato. Ovviamente, la sua legalizzazione in Francia ha cambiato lo scenario. I produttori si sono moltiplicati ovunque e i barman si sono incuriositi. “Da quando nel 2000 la produzione di assenzio è stata legalizzata nuovamente in Francia, l’interesse per questo spirito ha iniziato a riemergere in tutto il mondo, compresa l’Italia. La sua reputazione è stata riabilitata e oggi viene apprezzato nella mixology per i suoi sapori complessi e per la sua versatilità nei cocktail”, osserva Niccolò Caramiello co-owner del cocktail bar milanese Norah Was Drunk, il locale che ha rilanciato la fata verde a Milano. Ma che cosa dà in più, davvero? “L’assenzio dona sentori erbacei e freschi, difficili da replicare con altri ingredienti. E conferisce ai cocktail una personalità inconfondibile”, risponde.

NORAH WAS DRUNK, IL LOCALE CHE HA RILANCIATO L’ASSENZIO A MILANO

In zona Lambrate, a Milano, Norah Was Drunk si è fatto promotore della rinascita dell’assenzio proponendo una carta cocktail con numerose varianti in cui la fata verde è protagonista. Siamo in viale Porpora, fuori dai circuiti della movida, eppure questo piccolo locale è riuscito a conquistarsi una clientela fedele e variegata. Tra i cavalli di battaglia, l’Absinthe Mule (assenzio, lime, mandorla e ginger beer), l’Absinthe 75, una rivisitazione del classico French 75 e l’Absinthe Julep, twist del Mint Julep. Senza scordare l’Absinthe Frappè.

Ma l’assenzio non deve necessariamente risultare predominante: in molti cocktail, infatti, viene utilizzato in piccole quantità, come un “aromatizzante”, per arricchire il profilo del drink senza sovrastarlo. “Alle spalle della selezione delle undici etichette di assenzio in menù c’è stata una lunga ricerca. Le importiamo da distributori tedeschi e francesi, non si trovano in Italia”, chiosa con soddisfazione Niccolò Caramiello. Annuisce Stefano Rollo, suo socio specializzato in food.

LA NUOVA DRINK LIST DI NORAH WAS DRUNK

E proprio ieri sera, 24 ottobre, il Norah Was Drunk ha lanciato il nuovo menù, una drink list originale e ricca di spunti.
A partire dalla copertina, opera dell’illustratore Lorenzo Colangeli (disegnatore che lavora con Disney e Dreamworks, per intenderci), senza dubbio stilosa. A fare la differenza vera, però, è il contenuto del menù e la sua impostazione: ogni cocktail (diviso per macro categorie), oltre agli ingredienti, è accompagnato da pittogrammi che indicano tipo di bicchiere e gradazione alcolica, da 1 a 5.
Resta confermata la formula del cocktail in formato mini, a un prezzo ridotto del 40%, introdotta già all’epoca dell’apertura. Un’opzione perfetta per assaggiare più proposte senza eccedere con l’alcol, godendosi una serata variegata.

Apre il menu una selezione di assenzi italiani, francesi e svizzeri, disponibili anche in cocktail (tra 10 e 14 euro), seguiti dai Martini (incluso il classico all’assenzio, 12-14 euro) e i “Norah’s classic” come Menage a Trois (con vodka Grey Goose e lemongrass) e Mano Izquierda (con mezcal e habanero). Immancabili anche i nuovi signature: 11 proposte creative e audaci (10-12 euro) come il Peter Rabbit o il Trinidad Sazerac, mix particolari che spaziano dal rum al bitter, offrendo gusti inaspettati.

I classici? Non sono in lista, ma basta chiederli al bancone per riceverli con un sorriso. In abbinamento, il locale offre un piattino aperitivo con grissini artigianali Edelweiss, olive e patatine. Se si desidera qualcosa di più sostanzioso, la selezione food include pesce in scatola portoghese di alta qualità (12-24 euro), 6 ostriche Gillardeau (36 euro), jamon iberico (17 euro) e formaggi (16 euro), per una vera esperienza gourmet.

CLICCA QUI PER SCOPRIRE IL MENU DELLA NUOVA DRINK LIST

BUONE REGOLE

Quando si tratta di assenzio, meno è più. “Non serve mai esagerare, soprattutto con un distillato così forte”, spiega Niccolò Caramiello. “L’assenzio, se usato correttamente, non eleva in maniera così importante la gradazione alcolica del drink”.

Attenzione, poi, alla qualità. Il mercato è pieno di falsi assenzi: leggete sempre l’etichetta. L’assenzio autentico deve avere una gradazione fra i 45 e i 70 gradi, inoltre deve essere distillato e senza zucchero aggiunto.

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