Gli sforzi dell’Ue per implementare i nuovi controlli biometrici alle frontiere proposti sembrerebbero destinati a subire un altro ritardo, in seguito alle segnalazioni secondo cui diversi Stati membri dell’Ue hanno dichiarato di non essere pronti ad attuare le misure.
Secondo quanto riportato dal Guardian, Francia, Germania e Paesi Bassi hanno scritto alla commissaria europea per gli affari interni Ylva Johansson per comunicarle che non rispetteranno l’obiettivo di novembre di implementare il sistema di ingressi/uscite (Ees) dell’Ue.
I tre Paesi, come riporta TTG Media, hanno espresso preoccupazione per la mancanza di test sui nuovi sistemi informatici necessari per gestire i controlli biometrici alle frontiere, che la Commissione europea aveva dichiarato a luglio sarebbero entrati in vigore il 10 novembre dopo anni di ritardi .
Alla commissione sarebbe stato chiesto di prendere in considerazione un lancio più soft per evitare ritardi e congestioni.
Nel frattempo, il responsabile regionale Iata Europa Rafael Schvartzman ha dichiarato al Telegraph all’inizio di luglio che c’erano “questioni critiche irrisolte” negli aeroporti dell’Ue che dovevano essere risolte prima che il sistema potesse essere implementato in tutto il blocco. “L’industria è preoccupata per il fatto che ci siano questioni critiche irrisolte che richiederanno un’azione urgente e coordinata sia da parte dell’Ue che degli Stati membri prima della sua attuazione” aveva affermato.
Come funziona l’Ees
L’Ees assumerà la forma di un sistema It automatizzato. I viaggiatori che attraversano l’Ueda paesi extra-Ue, Regno Unito compreso, dovranno sottoporsi a controlli biometrici (immagini facciali e impronte digitali) quando attraversano i confini esterni di Schengen. Questi dati biometrici saranno conservati in archivio per tre anni e sostituiranno la timbratura del passaporto.