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Prosecco DOC avvia il percorso verso la certificazione ISO 37101

  • Redazione
  • 22 Dicembre 2025
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Questo articolo è stato scritto da Horeca News Italia. Clicca qui per leggere l'articolo originale

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ENTI E CONSORZI – Prende ufficialmente il via il progetto del Consorzio Prosecco DOC che apre una nuova fase nel percorso di sostenibilità della Denominazione, puntando all’obiettivo della certificazione ISO 37101. L’annuncio è stato dato a Treviso il 16 dicembre 2025. «La sostenibilità non è più una scelta: è una responsabilità che noi tutti abbiamo verso il consumatore, il territorio e il mercato. Se vogliamo garantire un futuro al Prosecco DOC, tutta la filiera deve muoversi nella stessa direzione, senza eccezioni. Il Consorzio continuerà a fare la sua parte, ma è fondamentale il contributo di tutti per una comunicazione chiara, veritiera e trasparente della sostenibilità». Con queste parole Giancarlo Guidolin, Presidente del Consorzio Prosecco DOC, ha aperto l’incontro che ha segnato l’avvio del cammino verso la certificazione ISO 37101. L’evento si è svolto nei giorni scorsi a Oderzo, presso la Cantina Opitergium, guidata da Corrado Cester, ed è stato moderato dalla giornalista Costanza Fregoni, Direttore di VVQ – Vigne Vini Qualità. Alla giornata hanno preso parte oltre 200 operatori della filiera, dalle aziende viticole alle case spumantistiche.

Un linguaggio comune per superare la frammentazione

Negli ultimi anni, l’aumento delle richieste del mercato e delle comunità locali in materia di sostenibilità ha favorito la proliferazione di numerosi standard di certificazione, creando un quadro complesso e talvolta disorientante, soprattutto per una denominazione ampia e articolata come il Prosecco DOC. Per rispondere a questa situazione, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela della DOC Prosecco ha scelto un approccio inclusivo, che consente alle aziende di individuare il percorso più coerente con le proprie capacità e sensibilità, valorizzando al tempo stesso le pratiche virtuose già esistenti e fissando obiettivi condivisi di filiera. Il Direttore del Consorzio, Luca Giavi, ha inquadrato il contesto che rende necessario questo cambio di passo: «Con 28.000 ettari vitati distribuiti tra due regioni e nove province, da Trieste a Vicenza, la DOC Prosecco rappresenta una delle comunità produttive più grandi e complesse del Paese. La filiera coinvolge 12.000 viticoltori, 1.200 vinificatori e 350 aziende spumantistiche, in un territorio dove sono presenti numerose altre denominazioni, ciascuna con propri criteri e percorsi in materia di sostenibilità».

Per garantire coerenza e misurabilità al percorso, il Consorzio ha introdotto un sistema di punteggi: ogni iniziativa sostenibile certificata da enti terzi sarà oggetto di una valutazione specifica, definita con il coinvolgimento degli stakeholder della filiera e del territorio, così da quantificare l’impatto ambientale, sociale ed economico delle singole aziende e incentivare le migliori pratiche, anche attraverso strumenti legati alla gestione del potenziale produttivo.

Dati, trasparenza e costruzione della Comunità Sostenibile

Un elemento centrale del progetto riguarda la semplificazione dei processi. Grazie alla partnership avviata con l’Istituto Poligrafico – Zecca dello Stato, sarà possibile acquisire i dati sulle certificazioni di sostenibilità già in possesso della pubblica amministrazione, alleggerendo gli oneri burocratici per le aziende. Il modello risponde inoltre alle più recenti indicazioni europee (Reg. UE n. 1143/2024), che impongono alle Denominazioni la redazione periodica di relazioni di sostenibilità fondate su informazioni verificabili e comparabili. «L’obiettivo è ottenere la certificazione ISO 37101, la norma internazionale per le comunità sostenibili, estendendo il concetto di sostenibilità all’intero ecosistema sociale ed economico della Denominazione», ha spiegato Leonardo Campigotto, referente scientifico del progetto per il Consorzio Prosecco DOC. «Il progetto si fonda su due dimensioni integrate: la governance della sostenibilità, a cura del Consorzio – che comprende gestione dei dati, monitoraggio costante, certificazione terza e trasparenza – e la sostenibilità attiva, affidata alle aziende, con indicatori concreti come impronta carbonica e idrica, tutela della biodiversità, gestione dei rifiuti, condizioni del personale e relazioni con la comunità locale». È stato inoltre sottolineato il carattere flessibile e inclusivo del sistema: le certificazioni già esistenti – Equalitas, VIVA, SQNPI, Biologico e altre – saranno valorizzate e ogni azione sostenibile verificabile contribuirà al punteggio complessivo della filiera.

Ricerca, innovazione e valore per il territorio

Accanto alla governance della sostenibilità, il Consorzio prosegue con investimenti mirati in ricerca e innovazione, considerati strumenti chiave per rendere la transizione sostenibile concreta e misurabile. «Ogni anno – ha ricordato Andrea Battistella, responsabile Ricerca e Innovazione del Consorzio – 1,3 milioni di euro, ai quali si aggiungono risorse pubbliche, vengono destinati a progetti sviluppati con Università ed enti di ricerca come CREA e Veneto Agricoltura».

Gli investimenti interessano tutti e tre i pilastri della sostenibilità: sul fronte ambientale comprendono lo sviluppo di nuove varietà resistenti, l’utilizzo di tecniche di Evoluzione Assistita per ridurre fino al 50% i trattamenti, il corretto impiego dei prodotti fitosanitari e strumenti digitali per il calcolo dell’impronta carbonica e idrica. Sul piano sociale ed economico, nel 2024 il Consorzio ha promosso la formazione di 700 operatori, avviato progetti di inclusione lavorativa, sviluppato l’Osservatorio Economico e l’Osservatorio del Vino Sfuso, e siglato accordi con un istituto bancario per offrire strumenti finanziari agevolati a sostegno della transizione.

Dal confronto è emerso infine un elemento condiviso: un territorio sostenibile accresce il proprio valore complessivo, migliora il paesaggio, rafforza l’attrattività turistica ed enoturistica e sostiene l’economia locale. La certificazione dell’intera comunità Prosecco DOC permetterà di rendere questo valore misurabile e comunicabile in modo trasparente. Il Consorzio conferma così il proprio ruolo di riferimento per il territorio: la sostenibilità non si impone, si costruisce insieme. «Il Prosecco DOC non si limita a dichiarare la sostenibilità: la ingegnerizza, la misura, la certifica e la mette al servizio del futuro della Denominazione e dell’intera comunità», conclude il Presidente Giancarlo Guidolin.

Leggi l’articolo anche su CanaleVino.it

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