
BAR&WINE – La storia di Pezzetto nasce di fronte al Quantobasta, con gli stessi titolari che anni fa hanno portato in città la miscelazione di ricerca. La scelta di aprire un secondo locale a pochi metri di distanza ha permesso di ampliare l’offerta mantenendo una sola regia.
Identità e posizione
Pezzetto è un locale scanzonato, pensato per un pubblico che cerca un’esperienza informale ma curata. Apre dalle 18 all’1 ed è complementare al Quantobasta. I due locali si affacciano sulla stessa via e il dehors è parte essenziale dell’insieme: da un lato Pezzetto, dall’altro Quantobasta.

L’arredo: sobrietà funzionale
Gli interni seguono una linea rigorosa: spazi ridotti, tavoli ravvicinati, poster alle pareti. Tanto legno. Un arredamento essenziale e coerente con il format: una vineria con cucina semplice e accogliente.
La cucina: territorio, prodotto e semplicità
La proposta gastronomica è radicata nel territorio e nei suoi prodotti. Frise, ciceri e tria, fave e cicorie, polpette: piatti della tradizione eseguiti con rispetto, senza forzature né innovazioni superflue.
Drink, vini e birre: la distinzione necessaria
Lo ribadisco: la differenza tra Pezzetto e Quantobasta è netta.
Quantobasta resta un cocktail bar completo: miscelazione di ricerca, tecniche aggiornate, classici sempre disponibili e soprattutto le creazioni della casa.
Pezzetto adotta un altro registro: vini selezionati al calice, birre e una carta cocktail ridotta ai fondamentali (Americano, Negroni, Spritz). Una scelta che definisce con chiarezza la posizione del locale: non competere, ma completare.
Un rapporto organico, non solo geografico
I due locali non sono semplicemente vicini: funzionano come parti di un unico sistema. Alcuni membri dello staff si alternano tra gli indirizzi, garantendo continuità di approccio e uniformità di tono. Il Quantobasta resta il riferimento per i cocktail; Pezzetto per chi cerca vino e cucina.
Un anno dopo: un format che funziona
A dodici mesi dall’apertura, Pezzetto funziona perché ha una propria identità. Non replica il modello del Quantobasta, ma occupa la fascia che mancava.
Complimenti.

Diego Melorio titolare Quantobasta
TREND
La nuova mixology secondo Diego Melorio: meno alcol, più benessere.
Durante la visita al bar ho parlato con Diego Melorio, titolare di Quantobasta, delle tendenze che stanno ridisegnando l’esperienza al bancone e a tavola. Eccole.
LOW ALCOL E ZERO ALCOL: “È UNA NUOVA NORMALITÀ”
Per Melorio la trasformazione è evidente: “Le nuove generazioni bevono meno e meglio. Non cercano lo sballo, ma un’esperienza più equilibrata, che rispetti il loro stile di vita. Il consumo responsabile è ormai una realtà consolidata e cresce la richiesta di cocktail low e zero alcol“.
Secondo lui i bartender devono imparare a ragionare su nuove strutture e nuove texture: “Un drink a bassa gradazione deve essere comunque interessante, complesso, memorabile. La sfida è tutta tecnica“.
BENESSERE E INGREDIENTI NATURALI
Melorio sottolinea come la parola chiave del momento sia “benessere.
“Il pubblico è sempre più attento: vuole ingredienti naturali, botaniche fresche, bilanciamenti meno zuccherini. Chi entra in un bar oggi si aspetta di trovare alternative leggere senza rinunciare al gusto”.
Una tendenza che include anche fermentati e ingredienti funzionali: “il kombucha, ad esempio, sta diventando un elemento ricorrente nella mixology di ricerca. Apre scenari aromatici nuovi, acidi, vivi”.
FOOD PAIRING: IL CIBO GUIDA I DRINK
Per Melorio, dopo la pandemia, è cambiato anche il modo di vivere i locali: “I clienti preferiscono fermarsi a lungo in un posto solo. E il cibo ormai guida le scelte di consumo: se mangi, bevi; se abbini bene, torni”.
Il food pairing non è più un vezzo da fine dining, ma uno strumento strategico: “In un menu degustazione la gradazione deve essere contenuta. I Sour sono perfetti tra una portata e l’altra, mentre drink speziati o dolci si sposano con la pasticceria. Il pairing estende il momento del consumo e crea un’esperienza completa”.
ESPERIENZA PRIMA DI TUTTO
L’aspetto che più sta cambiando, per Melorio, è l’approccio del pubblico: “Non basta un cocktail buono. Serve un’esperienza: atmosfera, narrazione, musica, cura dei dettagli. Chi entra in un bar cerca un ricordo da portarsi a casa, non solo un drink”.
IL FUTURO? EQUILIBRIO E CONSAPEVOLEZZA
Se dovesse sintetizzare il 2025 in fatto di mixology, Melorio non ha dubbi. Tre i trend.
1. Meno alcol, più contenuto.
2. Ingredienti naturali e fermentati in crescita.
3. Food pairing come perno dell’offerta moderna.