

BUSINESS & MERCATO – Il mercato delle materie prime alimentari mostra dinamiche contrastanti secondo le ultime analisi di Areté. Mentre il pistacchio statunitense registra rialzi dell’8% da agosto nonostante il raccolto record, quello turco vive una crisi senza precedenti con prezzi in aumento del 59% da gennaio, spinti dal crollo produttivo del 70%. Inversione di tendenza per cacao e zucchero: le quotazioni della fava crollano del 53% da inizio anno, toccando i minimi dal 2024, mentre lo zucchero grezzo segna ribassi del 33% annuo. Anche il riso Indica conferma il trend deflattivo, con l’indice FAO in calo del 26% rispetto a ottobre 2024.
Pistacchio
I prezzi del pistacchio in guscio USA, consegnato Europa, dopo una fase di ribassi in congiuntura di inizio campagna 25/26, sulla scia della pressione del nuovo raccolto record (stimato da INC a circa 725.000 t, +44% rispetto alla campagna 24/25 e +7% rispetto al precedente record 23/24), hanno registrato un cambio di tendenza. Da inizio agosto, si segnala un aumento dell’8%, ad oltre 9.000 $/t. Secondo le analisi di Areté, i rialzi sarebbero riconducibili a una sostenuta domanda europea, oltre che alla volontà degli operatori di mantenere un sufficiente livello di scorte in vista della campagna di scarica attesa nel 26/27.
Tensioni ancora più marcate continuano a caratterizzare il mercato turco. Dopo il record produttivo 24/25, il raccolto 25/26 ha subito un significativo ridimensionamento (circa -70% a/a) a causa delle gelate tardive di aprile e delle rese da scarica. La produzione inferiore e i conseguenti fenomeni di ritenzione da parte dei produttori, in un contesto macroeconomico interno delicato, continuano ad alimentare un trend inflattivo senza precedenti (sul prodotto in guscio +20% da settembre 2025 e +59% da gennaio 2025), con prezzi che risultano oggi nettamente a premio rispetto alle altre origini. Ciò avviene nonostante gli stock di riporto siano ai massimi storici dopo la scorsa campagna, quando la domanda non era riuscita ad assorbire l’eccesso di prodotto.
Cacao
Le quotazioni della fava di cacao, sul mercato finanziario di Londra, da inizio novembre, hanno segnato un calo del 20%, toccando i minimi da gennaio 2024 e consolidando il trend deflattivo innestatosi ad inizio 2025 (-53%). Massa e burro di cacao, che da novembre hanno segnato cali analoghi a quelli registrati dalla materia prima, da inizio anno sono calati più che proporzionalmente (rispettivamente -65% e -69%), evidenziando un calo delle ratio. Più stabili, sul mercato spot, i prezzi della polvere (-10% da inizio anno), in attesa delle trasformazioni della fava dei main-crop africani; le quotazioni mostrano tuttavia sconti sul forward. Tra i principali fattori ribassisti Areté segnala il miglioramento delle prospettive sui raccolti africani 25/26, la debolezza della domanda globale, il possibile slittamento a fine 2026 della applicazione della norma anti-deforestazione UE e l’esenzione del cacao dai dazi reciproci USA. Il trend di prezzo è stato amplificato dalle prese di posizione degli operatori non-commerciali con un livello di ipervenduto sul mercato finanziario ai livelli più alti dal 2018.
Riso (IT SPA)
I prezzi internazionali del riso Indica confermano una tendenza ribassista. L’Indica Index di FAO, ad ottobre, segna un -3% rispetto a settembre, -26% rispetto a ottobre 2024.
Areté segnala come, in un contesto di offerta abbondante anche grazie alla rimozione dei ban all’export in India nella campagna 24/25, a pesare sia anche la sospensione delle importazioni da parte delle Filippine (primo importatore globale) e dell’Indonesia. Le quotazioni del riso Thai, riferimento per la varietà indica, hanno toccato i livelli più bassi dalla campagna 07/08.
Zucchero
Nelle prime settimane di novembre i prezzi finanziari dello zucchero grezzo e dello zucchero bianco si sono mantenuti ai minimi da fine 2020, rispettivamente -7% e -5% rispetto ad ottobre e -33% e -25% rispetto a novembre 2024. Areté evidenzia come il principale fattore ribassista si confermi l’aspettativa di un aumento dell’offerta globale, in particolare nelle principali zone di esportazione: Brasile, India e Thailandia, complice anche un aumento della quantità di canna convertita in zucchero. Anche in Unione Europea i prezzi hanno registrato ribassi, con cali del 12% sullo zucchero Spot Europa e dell’11% sul Consegnato Centro-Nord Italia tra novembre ed ottobre e valori sempre più vicini ai 500 €/t.