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La birra in Italia tra convivialità e nuovi rituali: la ricerca BVA Doxa per AssoBirra

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  • 27 Novembre 2025
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Questo articolo è stato scritto da Horeca News Italia. Clicca qui per leggere l'articolo originale

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INDAGINI E RICERCHE – Convivialità, moderazione e qualità: sono questi i tre pilastri che caratterizzano oggi il rapporto tra gli italiani e la birra, secondo la nuova indagine di BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra. Per oltre due terzi dei consumatori la birra rappresenta un’occasione di socialità, mentre cresce l’attenzione verso scelte consapevoli ed equilibrate, dai fenomeni come il Dry January alla ricerca di prodotti autentici e sostenibili.

La ricerca fotografa un settore in evoluzione, dove tradizione e innovazione si incontrano per rispondere a nuove esigenze generazionali, con approfondimenti curati dalla Prof.ssa Ombretta Marconi, Direttrice del CERB dell’Università degli Studi di Perugia, sul ruolo culturale e scientifico della birra nella società contemporanea.

Dalla bevanda occasionale alla quotidianità

Per 1 consumatore su 2 (49%) la birra è ormai parte della quotidianità. Il 55% degli italiani dichiara che è passata dall’essere una bevanda occasionale a un prodotto gustato in molte situazioni diverse, dal relax in casa alle serate tra amici, con un picco tra la Generazione X (57%), seguita dai Millennials (55%) e dalla Gen Z (49%).

Il 59% degli intervistati la considera un simbolo di convivialità e condivisione, mentre il 46% la associa al piacere di un momento di relax e benessere, con un entusiasmo più marcato tra i Millennials (53%). Cresce inoltre la percezione di qualità e autenticità: per 1 italiano su 3 (35%) rappresenta autenticità e artigianalità, con un picco del 37% tra la Gen X, mentre per 4 italiani su 10 (40%) è espressione di valori ambientali e sostenibili, sensibilità che cresce tra i più giovani (46% nella Gen Z).

Quasi 1 italiano su 5 (19%) associa la birra alle feste e ai momenti di celebrazione, segno di come sia diventata un linguaggio comune della convivialità italiana, accanto al vino e ad altre bevande della tradizione.

Ritrovi, feste e tradizioni

La birra conferma il suo ruolo centrale nei momenti di incontro. È protagonista indiscussa dei ritrovi tra amici (73%), delle feste tradizionali (58%) e degli eventi sportivi (39%), con presenza costante nei ritrovi familiari (33%) e nelle celebrazioni collettive (32%).

La Gen X e i Millennials risultano le generazioni più legate alla birra, rispettivamente per la capacità di rafforzare le connessioni e per la dimensione di piacere e condivisione. La Gen Z privilegia invece l’aspetto più leggero e informale, soprattutto nei momenti di socialità spontanea.

La convivialità resta un valore importante, ma si concentra sempre più in momenti selezionati e significativi. Fuori casa si prediligono uscite mirate, con attenzione alla scelta dei locali e alla ricerca di offerte o menù convenienti, mentre tra le mura domestiche cresce la tendenza alla home dining: si cucina di più, si gestiscono con cura gli acquisti e si riduce il ricorso al delivery.

Durante le festività, il principale driver di scelta resta il gusto piacevole e versatile (56%), seguito dalla capacità di favorire la convivialità senza eccessi (44%) e di accompagnare i momenti di relax e divertimento (44%). Tra le generazioni emergono sfumature diverse: Millennials e Gen X la scelgono come bevanda di piacere e condivisione (oltre il 55%), mentre la Gen Z apprezza il contenuto alcolico moderato (39%) e la possibilità di viverla come scelta equilibrata e sociale.

Dry January e sober curious: la cultura della moderazione

La moderazione si conferma un tratto comune a tutte le generazioni: la Gen Z la vive come espressione di benessere e sostenibilità, mentre la Gen X la considera una scelta di lucidità e controllo, motivata dal desiderio di “mantenere la chiarezza mentale” (oltre 1 italiano su 3, il 36%).

Si afferma il fenomeno dei “sober curious”, chi sceglie di bere in modo più consapevole, senza rinunciare del tutto all’alcol ma selezionando con maggiore attenzione qualità, gusto e contesto. Un trend che racconta una nuova cultura del bere, più riflessiva e curiosa, in cui l’esperienza conta più della quantità.

In questo scenario, anche in Italia iniziative come il Dry January stanno diventando un fenomeno sempre più considerato. La conoscenza nel nostro Paese è ancora limitata (solo il 23% dichiara di conoscerlo bene), ma l’interesse cresce rapidamente soprattutto tra i più giovani, con la Gen Z che si distingue come la generazione più informata e sensibile.

Le motivazioni per aderire al Dry January sono legate al benessere personale: migliorare la salute (31%), purificarsi dopo gli eccessi delle feste (31%) o ridurre il consumo abituale (29%). Tra chi non lo ha ancora sperimentato, oltre la metà dichiara di star valutando l’idea di provarci in futuro.

«Questa nuova edizione del CIB ci racconta come la birra continui a evolversi insieme agli italiani, accompagnando i cambiamenti sociali e culturali del Paese», commenta Andrea Bagnolini, Direttore Generale di AssoBirra. «Oggi la birra non è più solo simbolo di convivialità, ma anche espressione di equilibrio e consapevolezza: dai momenti di festa alle iniziative come il Dry January, emerge un approccio più maturo e responsabile al consumo. È un segnale positivo che ci spinge, come filiera, a continuare a promuovere una cultura del bere fondata su qualità, socialità e moderazione, valorizzando il ruolo della birra come compagna autentica dei momenti che uniscono».

Ricerca, innovazione e prospettive scientifiche

La Prof.ssa Ombretta Marconi, Direttrice del CERB dell’Università degli Studi di Perugia, offre una prospettiva scientifica sul ruolo della birra nella società contemporanea, sottolineando come rifletta i cambiamenti sociali e culturali del Paese, coniugando tradizione e modernità e rispondendo a una crescente domanda di autenticità, equilibrio e consapevolezza.

«Dai dati del nuovo CIB emerge chiaramente come la birra stia assumendo significati nuovi per tutte le generazioni. Per i più giovani è sempre più una scelta identitaria, legata a qualità, autenticità e moderazione; per gli adulti rimane soprattutto un simbolo di socialità e tradizione, ma con una crescente attenzione all’equilibrio. Allo stesso modo, fenomeni come il Dry January testimoniano una maturazione culturale: non si tratta di rinunciare, ma di scegliere con consapevolezza quando e come bere, trasformando la convivialità in un’esperienza più riflessiva e attenta al benessere», commenta Ombretta Marconi.

Marconi sottolinea come questa evoluzione sia sostenuta da un cambiamento più ampio nella percezione della qualità e dell’innovazione. Ricerca scientifica, processi produttivi avanzati, valorizzazione delle materie prime italiane e approcci sostenibili contribuiscono a rafforzare la fiducia dei consumatori e a rendere la birra un prodotto sempre più in linea con i valori contemporanei.

«La filiera birraria italiana sta vivendo una fase di grande trasformazione: qualità, sostenibilità e innovazione diventano oggi i pilastri che guidano lo sviluppo del settore. La ricerca scientifica, dalla selezione delle materie prime agli studi sui processi produttivi, è fondamentale per costruire una birra capace di raccontare un’Italia moderna, competitiva e responsabile, dove tradizione, territorio e tecnologia dialogano per creare valore economico, sociale e culturale», aggiunge Ombretta Marconi.

«La birra si conferma una bevanda capace, pur mantenendo la sua anima democratica e popolare, di arricchirsi di significati nuovi, combinando gusto, qualità e consapevolezza, e riflettendo stili di vita sempre più attenti ed equilibrati», conclude il Direttore Generale di AssoBirra, Andrea Bagnolini. «Dalle occasioni di festa alla quotidianità, la birra continua inoltre ad interpretare un linguaggio comune capace di unire generazioni, contesti e momenti diversi, mantenendo intatto il suo valore di spontaneità e convivialità».

Leggi la notizia anche su FoodyBev.com

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