

Il mercato delle materie prime agricole continua a muoversi su binari contrastanti, tra rialzi inattesi e prezzi ai minimi storici. Dopo la flessione di fine campagna, le quotazioni dei derivati del pomodoro hanno imboccato la strada della risalita con aumenti fino al 4%, mentre i costi produttivi più elevati del previsto mantengono i prezzi italiani ben al di sopra degli standard internazionali nonostante una produzione in crescita dell’8%.
Sul fronte cereali, il mais vive una stagione da record: produzioni abbondanti negli Stati Uniti e in Sud America spingono i prezzi finanziari ai minimi dal 2019, ma l’Italia resta un’isola felice con quotazioni sostenute. Il segreto? I ritardi nella raccolta ucraina causati dalle piogge e dagli attacchi alle infrastrutture energetiche, che limitano le importazioni europee e tengono alti i listini nazionali con uno spread record rispetto a Euronext.
Cambia invece lo scenario sul caffè: gli Stati Uniti cancellano i dazi sulle importazioni brasiliane, provocando un immediato crollo del 6% sui prezzi dell’arabica.
Pomodoro
Dopo il calo osservato al termine della campagna di trasformazione, le quotazioni dei derivati del pomodoro rilevate dalla Camera di Commercio di Parma hanno registrato una risalita: +4% per passata e polpa cubettata, +3% per la polpa triturata e +2% per doppio e triplo concentrato.
Secondo le analisi Areté, nonostante una produzione italiana in aumento dell’+8% rispetto al 2024, il costo della materia prima più elevato del previsto e rese ridotte hanno frenato i ribassi, mantenendo i prezzi italiani su livelli notevolmente superiori rispetto alle principali referenze internazionali.
Mais
Grazie ad una produzione record negli Stati Uniti e all’aspettativa di raccolti particolarmente abbondanti in Sud America, i prezzi finanziari del mais nei primi mesi della campagna 2025/26 si sono mantenuti in media ai minimi dal 2019/20 sia sul mercato statunitense che su quello europeo. Le quotazioni italiane si mantengono invece su livelli più sostenuti, portando ad un livello di spread record con Euronext: le analisi di Areté mostrano come il premio tra il c.tto 103 quotato a Bologna e la prima scadenza di Euronext sia stato in media 48 €/t nel 2025/26, +80% rispetto alla media delle ultime 5 campagne. Il principale fattore che sta sostenendo i prezzi italiani è il ritardo nella raccolta in Ucraina: a causa delle piogge, al 20 novembre erano state raccolte solo il 71% delle aree rispetto al 94% di un anno fa. I ritardi sono ancora più consistenti per le esportazioni cumulate, che ad ottobre erano in calo del 53% rispetto allo scorso anno, nonostante la previsione di USDA di un aumento del 22% per tutta la campagna. Questo perché gli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche ucraine causano difficoltà nell’essiccazione del mais e nelle operazioni di carico e trasporto. Il ritardo nell’arrivo del prodotto ucraino sul mercato sta limitando le importazioni europee, fornendo sostegno alle quotazioni dei Paesi importatori come l’Italia.
Caffè
Areté segnala che il governo USA, il 20 novembre, ha annullato completamente i dazi sulle importazioni di alcune materie prime agricole dal brasile, tra cui il caffè. La decisione segue l’ordine esecutivo che, già la scorsa settimana, aveva esentato dai dazi reciproci del 10% -introdotti ad aprile- le importazioni USA di materie prime come carne bovina, caffè, cacao e frutta. Tuttavia, le importazioni brasiliane risultavano ancora impattate dal dazio aggiuntivo al 40% introdotto lo scorso luglio in una fase di tensione politica tra i due paesi. Con l’ultimo ordine esecutivo il dazio viene quindi completamente annullato. La misura riguarderà le importazioni brasiliane negli Stati Uniti a partire dal 13 novembre e “potrebbe” comportare il rimborso dei dazi già pagati su questi beni, quando erano ancora in vigore. Il Brasile è la prima origine del caffè importato dagli USA con circa il 40% del totale. Le esportazioni brasiliane di caffè verso gli USA, tra agosto e ottobre 2025, hanno registrato un calo del 52% rispetto allo stesso periodo del 2024 comportando una riduzione delle scorte di borsa e tensioni su origini alternative.
Il 21 novembre i prezzi del caffè arabica quotati su The ICE, hanno aperto la seduta con un -6%.
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