Questo hotel non è ancora aperto.
Eppure, eccoci qui. Google mostra già delle recensioni degli ospiti. Verificate. Con tanto di stelline. Peccato che nessuno ci abbia mai soggiornato. E nemmeno avrebbe potuto. L’edificio, infatti, è ancora in fase di onboarding.
Alcune di queste cosiddette recensioni sono solo domande, tipo “Qualcuno sa quando apre?”, il genere di cose che ti aspetteresti su un thread di Reddit, non impacchettate come un feedback a 5 stelle. Ma l’algoritmo, nella sua indifferenza algoritmica, non batte ciglio e trasforma una domanda in un giudizio empirico.
Questi non sono ospiti. Sono profeti.
Ora, per essere chiari, non sono contrario alle recensioni pre-soggiorno. Il tono di una telefonata, l’esperienza sul booking engine, la qualità delle risposte via mail… sono segnali, e contano. Ma niente di tutto ciò sta succedendo qui.
Prendiamone una: “Sono entusiasta che Marriott Hotels stia espandendo il proprio brand in Italia. Potrebbe essere l’apertura più attesa di un Marriott in Europa da anni. Non vedo l’ora di essere tra i primi a prenotare per l’estate 2025.”
Cinque stelle dal Bobby Djavaheri del futuro, a quanto pare.
Questa non è una R-eview. È una P-review.
E, allora, qual è la lezione?
L’hotel può essere ancora vuoto, ma le stelle sono già allineate.
È davvero la Summer of Love, questa…
Alla prossima settimana, un saluto da Simone.
Simone Puorto