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Global mixology: Diageo, via la Ceo ma i problemi restano; alcolici, consumi giù ma vendite in crescita; il Paradiso al Pacha di Ibiza

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  • 18 Luglio 2025
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Questo articolo è stato scritto da Horeca News Italia. Clicca qui per leggere l'articolo originale

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Non sorprende gli analisti il terremoto in Diageo, numero uno mondiale degli spirit: dopo le dimissioni “con effetto immediato” della Ceo Debra Crew, dagli azionisti emergono le critiche alla sua gestione. Alcolici, calano i consumi ma aumentano le vendite: ecco perché. Giacomo Giannotti porta la mixology del mitico Paradiso di Barcellona sulle piste del Pacha di Ibiza. Le notizie dai media internazionali sul mondo di cocktail e distillati.

Terremoto in Diageo: critiche alla Ceo “dimessa”, ma i problemi restano

La Ceo di Diageo, Debra Crew, si è dimessa “con effetto immediato” e “di comune accordo” con la società. L’annuncio rimbalzato nelle scorse ore su tutti i media, non solo di settore, corrisponde a un vero e proprio terremoto all’interno del più grande gruppo mondiale degli spirits. Anche perché arriva solo tre settimane prima dell’attesa comunicazione dei risultati annuali. Crew era entrata in Diageo nel 2019 ed era stata nominata Ceo nel 2023, dopo l’improvvisa malattia e la morte prematura del predecessore Ivan Menezes. In questi due anni, particolarmente difficili per l’intero settore, il valore delle azioni dell’azienda è calato del 44%, mentre le strategie della manager hanno portato l’indebitamento a livelli record.

E infatti, al di là della nota formale con cui il colosso britannico degli alcolici ha annunciato le dimissioni di Crew, fra ringraziamenti e auguri di successo per il futuro, Reuters riporta i malumori di alcuni dei principali azionisti della compagnia. “Non possiamo solo sperare per il meglio”, ha detto Kai Lehmann, analista senior di Flossbach von Storch, società di gestione fondi e fra i primi 10 azionisti di Diageo, aggiungendo che alcuni investitori hanno criticato la Ceo per l’atteggiamento giudicato “passivo”, con il profit warning lanciato a novembre 2023 che ha compromesso la fiducia nel suo piano di crescita.
“Il nuovo Ceo deve iniziare immediatamente ad alleggerire il portafoglio e a dismettere categorie e marchi che non hanno alcun potenziale di crescita”, ha concluso l’analista.

A chi spetterà il difficile compito? Diageo ha già avviato la ricerca: fra i candidati, l’attuale chief financial officer Nik Jhangiani, che intanto ha assunto il ruolo di Ceo ad interim. “Ma chiunque sarà, non crediamo che i problemi di Diageo saranno risolti facilmente”, avverte James Edward Jones, analista di RBC Capital Markets.

Alcolici, consumi in calo ma vendite in aumento

Il consumo di alcolici è in costante calo dalla metà degli anni 2000: i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mostrano una diminuzione pari a 0,5 litri pro capite dal 2010. Eppure le vendite rimangono forti, con l’industria del settore che ha fatturato ben 1,68 trilioni di dollari (1,43 trilioni di euro) solo quest’anno, stando ai dati di Statista.

Numeri in apparente contrasto ma in realtà facilmente spiegabili, sottolinea Beverage Daily, che punta l’attenzione su alcuni macrofenomeni: dalla crescita della popolazione globale, passa da 4 miliardi nel 1975 a 8,2 miliardi nel 2025 secondo Worldometer (in pratica gli individui bevono di meno, ma ci sono comunque più persone che bevono) alla cosiddetta premiumizzazione dei prodotti che, sostenuta dalla crescita economica, ha determinato l’aumento dei prezzi e di conseguenza dei margini dei produttori, fino alla recente tendenza, da parte di questi ultimi, a cavalcare la crescente richiesta di referenze low e no alcol. E il futuro sembra ancora promettente per chi saprà stare al passo del mercato: “Con l’invecchiamento della popolazione, le persone berranno meno alcol, ma continueranno a bere“, afferma Brian Rosen, fondatore della società di private equity specializzata InvestBev.

Il Paradiso di Barcellona conquista il Pacha di Ibiza

Non si ferma il vulcanico Giacomo Giannotti, toscano trapiantato in Spagna: dopo avere portato sul tetto del mondo il suo Paradiso, speakeasy a Barcellona (numero uno fra i World’s 50 Best Bars nel 2022, oggi citato nelle guide turistiche accanto alla Sagrada Familia e a Parc Güell…), dopo avere conquistato la clientela nella città catalana anche con Galileo e Monk, dopo avere esportato il Paradiso pure a Dubai, ora porta (di nuovo) la sua mixology a Ibiza, capitale europea della movida estiva, e lo fa nel mitico Pacha, uno dei club più prestigiosi al mondo.

Il Paradiso era approdato a Ibiza già l’anno scorso, con il bar nell’Hotel Pacha di fronte alla discoteca, ma questa estate arriva direttamente in pista, come si legge su The Spirits Business: in una delle sale, il bar Paradiso – disegnato dallo studio britannico Grapes Design, con al centro il bancone circolare luminoso – propone una lista di 16 cocktail creati da Giannotti con il suo team, fra cui alcuni signature del Paradiso come il Great Gatsby, che miscela Macallan 12 Years Old Double Cask, miele al tartufo bianco, amaro, lavanda, vaniglia e tabacco al cioccolato, o il Kriptonite con Gin Mare, gin Príncipe de los Apóstoles, shiso, citronella e pepe di Sichuan, riboflavina, liquore Electric, cordiale al pompelmo, amaro al cioccolato e olio essenziale di lime keffir. E poi drink estivi dai nomi emblematici come Paradiso Mule, Tartufo Gin & Tonic, Amalfi Spritz.

Ma l’esperienza nel mondo dei cocktail non si limita al menù: in programma anche esibizioni di mixology dal vivo e guest di barman di tutto il mondo. Accessibile solo ai clienti del Pacha, la filiale ibizenca del Paradiso è aperta fino a ottobre tutte le sere a partire dalle 23.

Leggi l’articolo anche su MixologyItalia.com e FoodyBev.com

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