

RISTORAZIONE – C’è chi festeggia un anniversario con un brindisi, chi con una torta, e poi c’è chi lo fa con un piatto di pasta mista. Può sembrare una scelta fuori dal comune, ma non lo è per Rosario Avolio, chef e mente de La Tattoria, ristorante situato tra i vicoli del Vomero alto, a Napoli.
A un anno dall’apertura, Avolio decide di celebrare questo traguardo nel modo che sente più autentico: portando in tavola la sua identità, racchiusa in un piatto che ha fatto parlare di sé, conquistando pubblico e critica.
Si tratta della pasta mista con ceci e vongole, una ricetta di famiglia reinterpretata, divenuta emblema del locale anche grazie alla sua apparizione nella trasmissione “Foodish”, dove ha colpito persino Joe Bastianich, tanto da renderla simbolo dell’intera proposta gastronomica.
La Tattoria nasce come un luogo semplice e genuino, dove ogni dettaglio rimanda alle cucine domestiche della tradizione partenopea. Il nome stesso è un omaggio a un soprannome affettuoso, “Tatto Chef”, come lo chiamano i nipoti, diventato ora firma del progetto e segno distintivo di un approccio familiare ma curato.
La filosofia di Avolio è netta, recuperare i sapori delle domeniche in famiglia, senza reinterpretazioni forzate o sovrastrutture inutili. Il menu è un viaggio nella cucina napoletana più autentica, con piatti che rispettano la stagionalità e raccontano la memoria collettiva di una terra fatta di mare, orti e sapori intensi.
In carta troviamo piatti simbolo come la genovese, la lardiata, il ragù napoletano, le polpette di pane al sugo, la scarola ripassata con olive e capperi, i peperoni imbottiti, la classica parmigiana di melanzane, ricca e stratificata, ma anche primi come lo scarpariello con provolone piccante e basilico fresco, gli spaghetti con polpo alla luciana o con le vongole veraci, fino ai secondi di pesce come le alici fritte e il baccalà in umido.
Ma il piatto che più di tutti racconta il primo anno de La Tattoria è senza dubbio la “pasta mista Jo Bastianich”. Una combinazione apparentemente azzardata, quella di ceci e vongole, che riesce però a unire l’anima rustica dei legumi alla delicatezza sapida dei frutti di mare.
La pasta mista, formato popolare, nato dall’abitudine di mescolare avanzi di vari tipi, diventa veicolo di una cucina che fa della memoria la sua forza, ma non rinuncia alla tecnica. Il risultato è un piatto che sorprende per equilibrio e intensità, richiesto ormai da ogni cliente abituale.
Il locale conta 48 coperti, distribuiti in una sala dal design moderno ma dai colori caldi che contribuiscono a creare un’atmosfera familiare. Vini e ingredienti sono scelti con attenzione soprattutto tra produttori locali. Ogni piatto è preparato espresso, con tempi che seguono la cucina di una volta, senza fretta.
«Non è solo una trattoria», spiega Avolio, «ma un luogo dove si viene per sentirsi a casa, per ritrovare quei sapori sinceri che spesso si sono persi». In un periodo in cui la ristorazione spesso rincorre tendenze La Tattoria resta ancorata a un’idea di cucina solida, quotidiana, che parla a chi cerca autenticità più che stupore.
E se oggi si sceglie di festeggiare con un piatto di pasta mista, non è per originalità forzata, ma perché, come insegna Rosario Avolio, a Napoli anche un piatto semplice può contenere tutta la forza di una storia da tramandare.
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