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Alla scoperta del Suffering Bastard: storia, ricetta e ''magia''

  • Automatic
  • 24 Maggio 2025
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Questo articolo è stato scritto da Horeca News Italia. Clicca qui per leggere l'articolo originale

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Uno “strano” mix di gin, brandy e ginger beer per un long drink quasi Tiki: ecco il Suffering Bastard, cocktail ideato In Egitto in piena Seconda guerra mondiale dal famoso barman Joe Scialom. Non è certo fra i cocktail più popolari contenuti nella lista ufficiale Iba (International Bartenders Association), ma merita di essere riscoperto per la sua storia, il suo gusto e le sue doti “magiche”.

La storia

Ebreo egiziano d’origine italiana, Joe Scialom creò il Suffering Bsstard nel 1942, nel famoso Long Bar all’interno del leggendario Shepheard Hotel del Cairo, come rimedio contro i postumi della sbornia per gli ufficiali britannici che alloggiavano nell’albergo.
 
Lo stesso Scialom parlò più volte del suo drink. In un’intervista pubblicata dal New York Times nel 1957 spiegò: “Quando i liquori scarseggiavano durante la guerra, dovevi inventare qualcosa per placare la sete dei ragazzi. Ho combinato in parti uguali gin e brandy con un goccio di Angostura, un cucchiaino di cordiale di lime e ginger ale inglese. Ho guarnito la bevanda con un rametto di menta fresca, una rondella di arancia e una buccia di cetriolo“.
 
E 15 anni dopo, al Winnipeg Free Press, aggiunse: “Visti i tempi, misi nella ricetta originale del g in proveniente dal mercato nero. del Sud Africa, del brandy rubato allo spaccio della British Army, un Lime Cordial fatto in casa, un bitter creato dalla drogheria dall’altra parte della strada e della ginger beer acquistata da un mercante greco dal carattere scorbutico”.

L’arma degli Alleati contro i nazifascisti

Secondo una leggenda riportata dal grande esperto di miscelazione Tiki Jeff “Beachbum” Berry, Scialom imbottigliò e inviò il drink alle truppe dell’Ottava Armata britannica, come corroborante, alla vigilia della decisiva battaglia di El Alamein, non lontano dal Cairo, dove i britannici avrebbero poi riportato una storica vittoria contro le forze Italo-tedesche dell’Asse. Grazie anche – si racconta – al contributo del “magico” cocktail. Negli anni ‘50 Joe Scialom lavorò al Marco Polo Club di New York, esclusivo circolo riservato ai possessori di un patrimonio personale superiore ai due milioni di dollari, dove elaborò le varianti Dead Bastard e Dying Bastard (ne parliamo più avanti).
 
Anche Trader Vic, al secolo Victor Bergeron, abile uomo d’affari che contribuì non poco a diffondere la miscelazione Tiki, introdusse nel suo locale un drink chiamato Suffering Bastard, probabilmente per sfruttare il richiamo generato dal nome sorprendente, ma la sua ricetta era totalmente diversa, essendo basata su una miscela di rum chiari e scuri, succo di lime, curaçao, sciroppo di orzata e di zucchero.

Il nome

Stando ad alcune fonti, sembra che Inizialmente il drink si chiamasse Suffering Bar Steward (“barista sofferente”), nome che sarebbe poi stato storpiato in Suffering Bastard (“bastardo sofferente”) dagli stessi clienti dello Shepheard Hotel, complice qualche problema di comprensione dovuto all’alcol e ai rumori dell’affollato Long Bar.
 
Altri sostengono invece che Suffering Bastard fosse in realtà il nome originario del drink, in riferimento alla sbornia i cui effetti si proponeva di combattere, e che fosse stato successivamente modificato per qualche tempo in Suffering Bar Steward a causa dell’irritazione di alcuni clienti che ritenevano troppo volgare la parola bastard. Scialom avrebbe poi ripristinato il nome iniziale nel corso delle sue successive esperienze in giro per il mondo.

La ricetta Iba del Suffering Bastard

L’associazione internazionale dei bartender ha inserito questo cocktail nella propria lista ufficiale in occasione della revisione del 2020, facendo riferimento alla ricetta originale di Joe Scialom.
Tecnica: Shake
Bicchiere: Collins oppure Tiki mug
Ingredienti:
30 ml cognac o brandy
30 ml gin
15 ml succo di lime fresco
2 gocce Angostura bitters
Ginger beer a colmare il bicchiere
Garnish: ramoscello di menta e (opzionale) fetta di arancia
Preparazione: shakerare gli ingredienti (tranne la ginger beer), versare senza filtrare nel bicchiere e infine colmare con ginger beer ben fredda.

La “trilogia dei bastardi”

Come detto, Scialom creò negli anni successivi due varianti del suo “bastard” originale. Il Dead Bastard prevede parti uguali (15 ml) di gin, brandy o cognac, bourbon whiskey, rum bianco e succo di lime fresco oltre a 120 ml di ginger beer e 2 dash di Angostura. Per il Dying Bastard la ricetta è la stessa, ma senza il rum.

Photo Credits: Nicole Cavazzuti

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