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Come essere protagonisti nell’era dell’AI

  • Claudia Caponi
  • 17 Aprile 2025
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Questo articolo è stato scritto da Booking Blog. Clicca qui per leggere l'articolo originale

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L’adozione crescente dell’intelligenza artificiale (AI) nell’ospitalità sta accelerando una trasformazione senza precedenti.

Agenti evoluti come Operator di OpenAI e strumenti avanzati come SelfBook – recentemente integrato in Perplexity – stanno rivoluzionando il modo in cui le persone scoprono, confrontano e prenotano una struttura.

La distribuzione alberghiera online è in continua evoluzione. E con ogni cambiamento arrivano nuove sfide — ma anche nuove opportunità — sia per le OTA che per gli albergatori. La domanda è: siamo davvero alla fine delle OTA come le conosciamo? O stiamo entrando in una nuova era della distribuzione? E soprattutto: cosa possiamo imparare dalle strategie dei grandi player?

In un contesto così dinamico, è facile pensare che solo i colossi possano trarne vantaggio. Le risorse e le dimensioni delle OTA sembrano metterle in una posizione dominante, motivo per cui il divario con le piccole strutture rischia di ampliarsi. Ma c’è una buona notizia: l’intelligenza artificiale, per sua natura, è scalabile e accessibile. Con gli strumenti giusti, un po’ di formazione e una buona dose di curiosità, anche voi potrete sfruttare l’AI per migliorare l’efficienza, la visibilità e la competitività della vostra struttura. Non è necessario rivoluzionare tutto: ogni passo, anche piccolo, può fare la differenza. Il segreto sta nel cominciare, adattando la tecnologia alle vostre esigenze, senza perdere di vista ciò che rende unica la vostra offerta.

Analizziamo ora il quadro attuale e gli scenari futuri che si profilano, grazie a un recente articolo pubblicato da Siteminder.

Come cambierà il modo di vendere camere

Nel settore turistico la parola chiave emergente è personalizzazione. Le OTA e i revenue manager già oggi utilizzano grandi quantità di dati per proporre l’offerta giusta, al momento giusto, al prezzo giusto.

Ma l’AI promette di andare oltre: grazie alla sua capacità di leggere e incrociare enormi volumi di informazioni, potrà creare esperienze su misura per ogni singolo viaggiatore — non più solo per segmenti di mercato.

Secondo Simone Puorto, esperto del settore e fondatore di Travel Singularity, le OTA non spariranno. Al contrario, evolveranno in enormi banche dati, da cui gli agenti AI attingeranno per costruire offerte sempre più personalizzate.

Prima frammentazione, poi (forse) centralizzazione

Secondo Puorto, a breve potremmo assistere a una fase di forte frammentazione tecnologica. L’arrivo di nuove soluzioni basate su AI rischia infatti di rendere ancora più complessa l’integrazione tra OTA e i sistemi esistenti, spesso poco flessibili.

Ma questa complessità non durerà. Con il tempo, solo gli strumenti davvero efficaci sopravvivranno. Thibault Catala, consulente specializzato nell’hospitality tech, ipotizza che potremmo arrivare a un’unica piattaforma basata sull’intelligenza artificiale e in grado di gestire l’intera operatività: dalle prenotazioni alla gestione interna della struttura.

Adattarsi senza stravolgersi

Intanto, il mondo si muove verso una personalizzazione totale. Pensiamo a Netflix o Amazon: ogni homepage è diversa, modellata sui gusti e comportamenti dell’utente. Le OTA si sono già adattate a questa logica. Ma molti hotel indipendenti non hanno ancora fatto questo passo — spesso per mancanza di tempo, conoscenze, o compatibilità tecnica.

E a volte c’è anche un po’ di diffidenza. Il timore di perdere il controllo su prezzi o relazioni dirette con l’ospite è comprensibile. Ma l’AI non impone per forza stravolgimenti: si può iniziare con piccoli strumenti modulari, semplici da usare e integrabili con i sistemi già in uso.

L’identità della vostra struttura rimane intatta. La tecnologia serve solo ad amplificare il valore che già esprimete.

Ottimizzare anche per gli agenti intelligenti

C’è un’altra novità da tenere d’occhio: l’AX — Agent Experience. Sempre più spesso, i siti web vengono visitati da agenti intelligenti, ovvero sistemi AI che fanno ricerche e prenotazioni per conto degli utenti.

Nasce così un nuovo tipo di ottimizzazione, chiamato AXO (Agent Experience Optimization). In futuro, questa forma di ottimizzazione potrebbe contare persino più della SEO tradizionale.

Come ci si prepara? Con scelte tecniche semplici ma strategiche: evitando CAPTCHA che impediscono l’accesso agli agenti AI e offrendo contenuti testuali chiari, facilmente leggibili dalle macchine. Potremmo tornare a siti web più testuali e meno “grafici”. Non perché manchi l’attenzione al design, ma perché gli agenti intelligenti non leggono layout, ma cercano informazioni puntuali e accessibili.

Inoltre, i nuovi sistemi di AI sembrano preferire aggiornamenti dinamici in tempo reale di prezzi e disponibilità anziché tariffe fisse.

I viaggiatori preferiscono ancora il rapporto umano

Gli hotel scelgono di adottare nuove tecnologie quando portano benefici concreti: se permettono di risparmiare tempo, ridurre i costi e migliorare davvero l’esperienza dell’ospite.

È naturale avere dei dubbi di fronte a un cambiamento così rapido e profondo, ma il punto non è inseguire ogni novità: piuttosto, trovare strumenti affidabili, che si integrino facilmente nella gestione quotidiana e che semplifichino il lavoro, anziché complicarlo.

Molto, però, dipenderà da come si evolveranno le abitudini dei viaggiatori. Saranno davvero disposti ad abbandonare i canali tradizionali?

Per ora, le OTA restano un punto di riferimento per comodità, ampiezza dell’offerta e abitudine d’uso. Ma non per questo bisogna affidarsi solo a loro.

La vera differenza, oggi più che mai, siete voi: nella relazione diretta, nell’accoglienza che sa essere unica, nella cura dei dettagli che rende ogni soggiorno speciale. È qui che nessun algoritmo potrà mai davvero competere.

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