
INDAGINI E RICERCHE – Il Rapporto Ristorazione 2025 di FIPE-Confcommercio fotografa un settore in ripresa che supera i livelli pre-pandemia, ma con criticità nel reperimento di personale qualificato e nella produttività. Presentati oggi a Roma i dati che mostrano un valore aggiunto in crescita dell’1,4% e un incremento dell’occupazione del 5%.
Un settore che cresce nonostante le difficoltà
Il 2024 segna un anno di moderata crescita per il settore della ristorazione italiana, consolidando i trend positivi osservati nel 2023. Il rapporto annuale della Federazione dei Pubblici Esercizi, presentato a Roma alla presenza del Presidente Lino Enrico Stoppani, del Direttore del Centro Studi Luciano Sbraga e del Presidente dell’INPS Gabriele Fava, evidenzia risultati importanti: il valore aggiunto raggiunge i 59,3 miliardi di euro, con una crescita in termini reali dell’1,4% rispetto al 2023, superando i livelli pre-pandemia.
Anche i consumi mostrano un andamento positivo, attestandosi a oltre 96 miliardi di euro, con un incremento dell’1,6% in termini reali rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questo valore rimane ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia (-6%), un risultato da interpretare alla luce del rallentamento della crescita economica generale.
Sul fronte dei prezzi, il 2024 si è chiuso con aumenti medi superiori al 3%, in forte calo rispetto al +5,8% del 2023 ma comunque al di sopra del tasso di inflazione generale. Considerando gli ultimi tre anni, i prezzi nel settore sono cresciuti del 14,6%, leggermente al di sotto dell’inflazione generale che si attesta al 15,4%.
Trasformazione del panorama imprenditoriale
Il panorama delle imprese del settore mostra segni di trasformazione: nel 2024 si contano 328 mila imprese, con un calo dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Particolarmente significativa è la contrazione nel segmento dei bar (-3,3%), fenomeno che riflette sia la migrazione verso altri modelli di offerta ristorativi sia le crescenti difficoltà che questo formato sta incontrando.
Nonostante queste sfide, il sentiment delle imprese resta positivo anche per l’anno in corso, sebbene in sensibile rallentamento e da rivalutare alla luce delle attuali turbolenze economiche. Un segnale incoraggiante arriva dagli investimenti: nel 2024 oltre il 40% delle imprese ha effettuato almeno un investimento, per un valore complessivo stimato in 2 miliardi di euro.
Occupazione in crescita ma produttività in calo
Il 2024 ha visto consolidarsi ulteriormente il trend positivo dell’occupazione nel settore. I dati mostrano 1,5 milioni di occupati in bar, ristoranti, aziende di banqueting e mense, di cui oltre 1,1 milioni sono lavoratori dipendenti. Rispetto al 2023, si registra un incremento complessivo di circa cinque punti percentuali, mentre i lavoratori dipendenti sono cresciuti del 6,7%, equivalente a 70mila unità in più in valore assoluto.
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda la composizione della forza lavoro dipendente: in un Paese profondamente segnato dal calo demografico e dall’invecchiamento della popolazione, il settore della ristorazione vede il 39,7% di lavoratori under 30, percentuale che arriva al 61,8% considerando anche gli under 40. Tuttavia, la categoria che registra il maggior incremento è quella degli over 50 (+10% sul 2023), in linea con la tendenza generale del mercato del lavoro.
Nonostante questi dati positivi, emergono anche delle criticità: la crescita dell’occupazione non è accompagnata da un parallelo aumento della produttività, che anzi cala di mezzo punto percentuale rispetto al 2023 e si mantiene ben al di sotto dei livelli di dieci anni fa. Persistono inoltre difficoltà strutturali nel reperire personale, soprattutto qualificato, con un crescente divario tra domanda e offerta di competenze.
La visione di Stoppani, Presidente di FIPE
“Il Rapporto 2025 restituisce un quadro estremamente composito sul settore della ristorazione, alle prese con un lungo recupero dei livelli pre-pandemia che, tuttavia, non sembra essersi ancora concluso”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommercio. “Le perduranti difficoltà nella ricerca di personale qualificato, nonostante la crescita complessiva degli occupati, deve far accendere un faro sulle prospettive del settore in termini di mantenimento degli elevati standard di offerta e di servizio che lo hanno sempre contraddistinto. Le leve devono essere indirizzate a rafforzare sicurezza contrattuale e stabilità economica; e riguardo al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro ha rappresentato un passaggio importante, migliorare la flessibilità organizzativa, anche intervenendo sui modelli di business delle imprese ed investire sui fronti della formazione professionale partendo dalla scuola“.
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