
VINI E DINTORNI – Che il mondo del vino stia attraversando una fase complessa, e influenzata dal progressivo cambiamento nelle abitudini di consumo della popolazione globale, è tema all’ordine del giorno e sempre più attuale a mano a mano che la crisi tende ad allargarsi e consolidarsi in più Paesi.
Dopo il mercato francese e quello statunitense, arrivano segnali di forte crisi nei consumi di vino anche da quello tedesco, con una contrazione preoccupante rilevata durante i dodici mesi tra agosto 2023 e luglio 2024.
Secondo i dati dell’ultima ricerca effettuata da NielsenIQ e resi noti dal German Wine Institute (DWI) i 15,9 milioni di ettolitri di vino e 2,6 milioni di ettolitri di spumante consumati in questo periodo avrebbero fatto registrare un calo del 4% in volume e del 5% in valore, entrambi determinati da una congiuntura economica negativa che starebbe portando i tedeschi ad avere un atteggiamento prudenziale rispetto alla spesa per i beni alimentari, con particolare attenzione ai prezzi.
A ciò si aggiungerebbe non solo il cambiamento nella composizione demografica ma anche quello nelle abitudini di consumo dettate da una maggiore attenzione al benessere e alla salute. Secondo lo studio a subire gli effetti di questa crisi sarebbero state soprattutto le cantine locali per le quali la riduzione sarebbe stata per il 5% in volume e per il 6% per il giro d’affari.
La maggiore e manifesta parsimonia da parte dei tedeschi avrebbe portato i prezzi medi dei vini, sia locali che d’importazione, a scendere leggermente (4 centesimi al litro durante il 2024), condizione che non si verificava da 15 anni.
In questo contesto di maggiore attenzione alla spesa i vini stranieri avrebbero avuto la meglio sul mercato per avere un prezzo leggermente più basso (in media 3,72 euro/litro) rispetto ai vini tedeschi (in media a 4,47 euro/litro), motivo per il quale la domanda di vini importati è stata più sostenuta e, come conseguenza, la quota di mercato dei vini tedeschi è scesa dell’1% in un anno, al 41% in volumi venduti e al 45% in fatturato.
Tra i vini importati quelli italiani hanno registrato la migliore performance, con un incremento negli 11 mesi 2024 che ha consentito di rimanere in testa alla classifica dei Paesi fornitori con la più alta quota a volume (18%) invariata rispetto ai dodici mesi precedenti, seguiti dai vini spagnoli con la quota del 14 % e un calo dell’1%, e dai vini francesi con una quota dell’11% e una crescita dell’1%.
Aria di crisi che potrebbe influenzare anche i numeri di Prowein Düsseldorf 2025, in programma dal 16 al 18 marzo prossimi, appuntamento che sembra stia perdendo progressivamente smalto a vantaggio di Wine Paris che con i 5200 espositori registrati a febbraio ha dato un forte segnale di rafforzamento della sua rilevanza a livello internazionale.
Nonostante la fiera tedesca si sia distinta in passato per la capacità di anticipare i trend, istituendo per esempio per prima un padiglione dedicato ai vini dealcolati, starebbe rischiando di perdere slancio. È attesa dunque in questa prossima edizione per dimostrare il contrario.
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