RISTORAZIONE – Originario di Piazzolla di Nola, in provincia di Napoli, lo chef Marco Giugliano, classe 1990 incarna il sogno americano che si fa realtà. Dopo esperienze a Londra e Mykonos Giugliano inaugura a Miami il locale “Mano Libera”, un omaggio alla sostenibilità, alla creatività, all’amore per il vino e alla tradizione culinaria italiana.
Il ristorante offre un’esperienza raffinata con 50 coperti all’interno e un patio che ospita altri 30 posti, il tutto in un ambiente di design. Tra i dettagli distintivi spiccano lampadari ispirati al mare, opere dell’artista Giampiero e una cantina scenografica a vista. Il fulcro del locale è un imponente tavolo centrale a forma di mano, concepito come uno “chef table” per vivere e condividere momenti culinari unici.
«Mano Libera vuol dire famiglia – spiega Marco Giugliano – e proprio come avviene a casa la domenica, gli antipasti sono serviti al centro della tavola: ‘sharing’ ovvero “condivisione” e così anche per i secondi piatti, mentre i primi li impiattiamo. Un nome che mi rappresenta perché i miei clienti mi lasciano fare, mi danno appunto mano libera. Nel menù c’è in tutto e per tutti Napoli, la mia terra».
Ziti alla genovese, parmigiana di melanzane, calamari fritti, piatti tradizionali, che parlano delle sue radici, di mangiar bene e anche di tenersi in forma. «Per far felici i nostri clienti – ribadisce lo chef – proponiamo anche pietanze purificate dal grasso, meno pesanti, senza perdere il sapore unico delle pietanze italiane. Un’idea nuova di cucina, anche con abbinamenti contemporanei, ricca di contaminazioni».
Non può mancare il ragù, fatto “pippiare” dalle 12 alle 14 ore e servito con crostini di pane. Nel menù spicca la linguina alla Nerano “a modo mio” con spuma di vacca rossa e pepe di Sichuan, carni “dry aged” maturate nelle celle frigorifero, una porterhouse, ribeye e le classiche salsicce napoletane fatte in casa.
Tra i punti di forza anche i dessert, come il gelato al pistacchio “express” e servito su una cialda a forma di bocca. Non mancano i virtuosismi dello chef, che propone il bao giapponese in versione italiana, ossia piastrato e farcito di polpette di melanzane sottolio, fritte e in polpa, con sopra una polvere di noce pecan e spuma di Parmigiano Reggiano.
«Ho avuto la fortuna di nascere in Campania, ai piedi del Vesuvio – conclude Marco Giugliano – dove troviamo i migliori ingredienti del mondo, che hanno preso tutto il sapore del terreno vulcanico e della brezza marina del golfo di Napoli. Nelle grandi cucine stellate ho scoperto negli anni gli ingredienti che arrivavano dal resto del mondo, spezie e odori, che ho inserito nei miei piatti unendoli alla nostra tradizione, con amore e grazia».
Tutto questo è “Mano Libera”, che nasce a South Miami, al 7201 SW 59th Ave United States, a due passi da Sunset Drive, in una zona elegante, familiare, dove non manca l’influenza latina.
La storia di Marco Giugliano negli Usa comincia a New York, poi si sposta nel Connecticut a Branford, nel ristorante “Strega” di Danilo Mongillo, alla conquista delle ambite due forchette del Gambero Rosso, e poi primo ristorante dello Stato a entrare nella Guida Michelin. Questo successo gli vale la Green Card americana. Il successivo passo è il “Doma” a Miami, dove prosegue con la sua idea di cucina contemporanea con influssi internazionali, e uno sguardo alla molecolare. I primi passi in cucina li muove a 15 anni nel ristorante della famiglia “Nemo”, mentre frequenta l’istituto alberghiero Maria Montessori di Somma Vesuviana e poi nello stellato “Taverna Estia” a Brusciano. Il passo internazionale avviene nelle cucine di Londra (Il Baretto e Quattro Passi) e poi a Mykonos.
Adesso corona il suo sogno in Florida con il supporto della moglie Asya e di tutta la famiglia.
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