BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Da Singapore a Hong Kong, passando per Macao e la Cina, il Sud-est asiatico ha conquistato un posto d’onore nel panorama globale della mixology. Negli ultimi anni, bartender e cocktail bar della regione hanno scalato classifiche prestigiose come i World’s 50 Best Bars, attirando su di sé l’attenzione di aziende e appassionati da ogni angolo del mondo grazie a innovazione, qualità e ospitalità impeccabile. In un’intervista esclusiva, Charmaine Thio, Brand Ambassador di Hendrick’s Gin, condivide la visione di una comunità globale in continua evoluzione.
CHI È CHARMAINE THIO
Carismatica e solare, Charmaine Thio, è stata head bartender del prestigioso 28 HongKong Street di Singapore. Dal 2018 è Regional Brand Ambassador di Hendrick’s Gin ed è considerata una delle più importanti protagoniste del mondo della miscelazione del Sud-est asiatico.
L’INTERVISTA A CHARMAINE THIO
Dalle grandi competition ai World’s 50 Best Bars, il Far East è il nuovo punto di riferimento della mixology…
Sì, è un grande risultato, più che meritato. Vengo da Singapore e sono orgogliosa di come i nostri bar abbiano saputo affermarsi a livello globale. In generale, comunque, ho potuto constatare che molte altre aree del mondo sono cresciute moltissimo negli ultimi anni. Italia inclusa.
La mixology italiana è…?
Innanzitutto, è sinonimo di ospitalità impeccabile. Ho girato diversi bar di Roma, Firenze, Napoli e Milano e sono rimasta colpita dalla cura del servizio e dall’accoglienza.
Come sta cambiando il mondo della mixology a livello globale?
Grazie alle nuove tecnologie la nostra community sta diventando sempre più connessa e dialogante. Abbiamo contatti con colleghi di ogni continente e quindi l’opportunità di unire mondi e culture differenti.
A proposito di trend globali, parliamo di low & no alcool.
Zero e low no alcool hanno sicuramente conquistato uno spazio importante nel nostro settore. Non credo che sostituirà i tradizionali drink alcolici, ma è fondamentale offrire una scelta. Oggi le persone vogliono anche poter decidere di non bere alcool in una serata, senza per questo rinunciare all’esperienza del bar.
Quindi i mocktail avranno sempre più spazio nelle drink list in tutto il mondo?
Assolutamente sì. Le persone frequentano i bar non solo per bere, ma anche per l’ambiente e le relazioni. I drink analcolici permettono a tutti di godersi l’esperienza in modo inclusivo, anche a chi poi deve mettersi alla guida, e sono un’opportunità di business.
Cosa pensi delle esperienze di “meta-bar” o “room experience” attraverso la collaborazione tra brand di altri settori, aziende di spiriti e non?
Di certo è una tendenza che sta prendendo piede. Ed è un’ottima iniziativa, a patto che la collaborazione sia fondata su obiettivi e valori comuni.
Nel mondo della moda le collaborazioni sono ormai una norma da anni. Mi aspetto che cresceranno anche nella Bar Industry.
Quanto sono importanti le collaborazioni tra bar di paesi diversi?
Le collaborazioni sono essenziali. Creano una community globale che va oltre i confini geografici e permette lo scambio di idee e culture. E di contatti, che sono sempre utili. Credo fermamente che condividere esperienze con bar di altre nazioni sia una delle chiavi per la crescita del settore.
Qual è il futuro della mixology secondo te?
Il futuro è fatto di inclusività, creatività e collaborazioni globali. Non importa da dove veniamo: alla fine, il nostro obiettivo è sempre lo stesso, accogliere le persone e farle sentire a loro agio.
Photo Credit: https://www.facebook.com/crazycocktailcat
Leggi l’articolo anche su MixologyItalia.com e FoodyBev.com
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