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Gradis’ciutta: da 25 anni custodi del Collio e della sua tradizione vitivinicola

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  • 10 Dicembre 2024
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Questo articolo è stato scritto da Horeca News Italia. Clicca qui per leggere l'articolo originale

VINI E DINTORNI – Risalendo lo stivale e raggiungendo l’estremo Nord Est del Friuli Venezia Giulia, in quel lembo di terra noto come Collio che si distende tra il fiume Isonzo e lo Judrio, protetto dalla catena montuosa delle Alpi Giulie, si può scorgere una piccola collina punteggiata e circondata da vigneti. 

Qui i suoli costituiti da marne silicee e argillose, localmente definiti “Ponca”, hanno grandi capacità di drenaggio e sono ricchi di minerali, il clima, favorito dalla presenza di pendii che si estendono ininterrottamente offendo ampie superfici esposte a mezzogiorno, è mite e temperato, e la vicinanza della costa adriatica contribuisce a determinare forti escursioni termiche.  

Pare che il nome di questa collina nell’antichità fosse MonsVini, a testimoniare un legame stretto e arcaico con la vite, e che la sua natura di terra di confine, luogo aperto per definizione alla diversità, alla contaminazione, al cambiamento, l’abbia plasmata e resa accogliente all’incontro di popoli, culture, tradizioni, nutrita dalla loro commistione e mescolanza per restituire un nuovo, frutto della sintesi e della rielaborazione. 

L’attuale toponimo, Gradis’ciutta, sarebbe non a caso da ricondurre al popolo slavo che qui avrebbe transitato e si sarebbe insediato trovandosi nell’impossibilità di valicare i confini (Grad in sloveno significa castello), creando un borgo e diffondendo le pratiche della viticoltura che evolute e mescolate con la tradizione enologica nostrana sarebbero giunte fino ai giorni nostri, dando vita a vini straordinari, complice l’ambiente pedoclimatico particolarmente favorevole. 

Proprio da questa collina prende oggi il nome una cantina simbolo del territorio, Gradis’ciutta appunto, eredità storica di una famiglia di viticoltori di cui il fondatore, Robert Princic, alla fine degli anni ‘90 ha cambiato volto e visione mantenendo vivo l’attaccamento alla propria terra e all’identità familiare ma avendo come obiettivo primario la salvaguardia dell’ambiente e la custodia di un patrimonio inestimabile, il Collio. 

Dopo essersi laureato in Enologia e Viticoltura a Conegliano, Robert a soli vent’anni ha deciso di dare un nome al lavoro della terra tramandato dal nonno al padre che su quella collina conducevano vigne i cui frutti venivano conferiti a terzi.  

Sostenibilità, tradizione e sperimentazione sono i pilastri sui quali il giovane vigneron ha costruito un percorso sfidante ma altrettanto gratificante, con l’edificazione di una nuova cantina nel 2005 e l’avvio di un processo di conversione in biologico portato a termine nel 2018, anno di riconoscimento della certificazione, dopo un lungo periodo fatto di dedizione e sacrificio. 

50 gli ettari di vigneti per una produzione che mette al centro le varietà autoctone, in particolare Ribolla Gialla, Malvasia e Friulano (ex Tocai), ma non mancano i vitigni internazionali che dalla seconda metà dell’800 sono parte integrante del tessuto locale, con Chardonnay, Pinot Grigio e Sauvignon tra le uve a bacca bianca e Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot tra quelle a bacca rossa. 

Una delle ultime tappe di questo percorso avvincente è stata l’acquisizione e ristrutturazione di un antico casale, Borgo Gradis’ciutta, una struttura del 500 circondata dalle storiche vigne di famiglia trasformata oggi in elegante dimora per l’accoglienza di enoturisti, un sogno che Robert cullava fin da bambino e che oggi è divenuto realtà, un’opportunità per i visitatori di immergersi nella magia del Collio vivendolo attraverso esperienze legate al mondo del vino, assaporando i ritmi lenti della campagna e della natura.

Recenti riconoscimenti al grande lavoro di Pricnic sono l’inserimento nella guida “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2025” del Corriere della Sera curata da Luciano Ferraro e James Suckling, e l’ingresso nella top list delle 50 migliori cantine italiane selezionate dalla testata Food&Wine.   

COLLIO RISERVA 

Ispirato alla storia e alla tradizione dei bianchi colliani venduti nei secoli passati nei mercati dell’Europa centrale, il Collio Riserva di Gradis’ciutta vede il suo nome scritto in etichetta in grande, con soli caratteri maiuscoli, a voler sottolineare, come ama ricordare Princic, l’essenza del terroir in cui nasce. 
Progetto avviato nel 2009, riprendendo l’antica tradizione inserita inizialmente nel disciplinare del Consorzio nel 1968, il Collio Riserva è figlio delle varietà autoctone, quindi Collio per eccellenza, con Friulano, Ribolla Gialla e Malvasia raccolti nei vigneti Bukova sul Monte Calvario, e Ruttars, frazione di Dolegna del Collio, ad un’altitudine dai 120 ai 180 metri s.l.m. 
La fermentazione avviene in botti di legno da dieci ettolitri, e il vino si definisce riserva in quanto sottoposto ad un periodo di invecchiamento, compreso l’eventuale affinamento non inferiore a un anno.  
Ricco, elegante, dalla grande struttura e complessità, Collio Riserva si mostra con tutto il suo potenziale evolutivo, la capacità di maturare, di invecchiare, di evolvere, quel tratto che accomuna soli i grandi territori del vino e per questo si può definire come l’apice di un percorso, il punto di arrivo di una vita dedicata alla valorizzazione del Collio e della sua identità.

Gradis’ciutta
Località Giasbana 32/A 
34070 San Floriano del Collio (Go)
Tel 0481 390237

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