Il mercato turistico mondiale si gode la crescita recuperata, ma dimostra di non saper guardare strategicamente allo sviluppo futuro. Questa volta lo spunto di analisi ce lo fornisce GlobalData, specializzata nella raccolta di dati aziendali, valutando le operazioni di fusioni o acquisizioni tra società, chiamate m&a.
Si tratta di deal che indicano la dinamicità di un mercato perché, a parte i rischi di valutazione dell’azienda target, significano generalmente voglia di crescita e sviluppo per le più grandi, nonché di accesso al credito per alcune piccole e medie imprese.
GlobalData invece fotografa, nel settore turistico mondiale, un atteggiamento diverso. Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2024 sono stati annunciati complessivamente 415 accordi di m&a nel settore dei viaggi e del turismo, con un calo annuo del 10,4% rispetto ai 463 accordi annunciati nello stesso periodo del 2023.
Europa controcorrente
Diversa la situazione per macroaree geografiche. A determinare il valore negativo è soprattutto il Sud America, con un crollo del 42%, poi il Nord America che cala del 30% e infine l’Asia che vede gli accordi di fusione aziendale scendere del 16%. Se Africa e Medio Oriente restano sostanzialmente stabili, l’unica in crescita è l’Europa, dove invece le operazioni riguardanti le fusioni aumentano del 16,8%. Nel vecchio continente trainano la locomotiva Germania e Regno Unito. Male la Francia, stabile l’Italia, che però ha al suo attivo un deal di indubitabile valore: la maxi acquisizione, da parte del Gruppo Msc (Famiglia Aponte), del 50% di Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori S.p.A., per un valore di 4,2 miliardi di euro.
A resistere, nel nostro Paese, è ancora una volta il mercato immobiliare alberghiero. Le operazioni che hanno coinvolto gli hotel hanno infatti superato 1,4 miliardi di euro (erano 1,7 miliardi nel 2022), ma sono più o meno allo stesso livello dei competitor internazionali.