Tra eventi e fiere.
È stata una settimana un po’ ballerina: ho condotto quattro panel al Tfp Summit, incontrato persone alla Bit e tenuto due interventi ad Hospitality Riva del Garda.
Ne è venuto fuori un numero puntellato di pensieri. Forse è più breve del solito, ma per scriverlo ho fatto qualche capriola.
Ah, come svago ho visto Povere Creature, un bel film, e chi lavora nell’accoglienza penso potrà apprezzare la delicata estetica steampunk di alcune scene che regalano lobby di alberghi, navi da crociera e caffè alla fine del mondo.
Ricevi ogni giovedì 21 Grammi di Turismo
GIROVAGANDO
Ovvero pensieri raccolti in una settimana tra eventi e fiere.
Al rientro dalla giornata alla Bit, mi sono imbattuto in un articolo che recita: «gli hotel per cui vale la pena di mettersi in viaggio».
L’articolo non mi è parso granché e i link erano quasi certamente sponsorizzati. La cosa, però, ha acceso una riflessione: quanti alberghi pensano di essere una struttura-destinazione, ossia un valido motivo per mettersi in viaggio? Molti, direi.
Ma quanti lo sono davvero? Decisamente meno.
Non essere una struttura-destinazione non è brutto, sbagliato o squalificante. A me sembra un dato di fatto, è difficile esserlo. E quando accade, spesso, il merito non è di chi la dirige, ma dipende da fattori esterni.
Eppure in un’era di ipertrofia dell’ego, si sente il bisogno di autoproclamarsi tali.
Ma tutto sommato, non preoccupiamoci di esserlo, come fa notare Bloomberg, gli alberghi che vendono le camere a 1000 dollari a notte sono il new normal.
Dal 2019 alla fine del 2022, le tariffe nel lusso sono aumentate del 35% in Europa e del 28% in Nord America (con una pandemia nel mezzo); e nonostante i prezzi più alti, l’occupazione è cresciuta: negli Usa, nel 2023, è stata del 67,3% rispetto al 64,5% del 2022.
E qui mi chiedo, ma è una cosa mia, se stiano aumentando le persone ricche o quelle che vogliono vivere da ricche.
E chi in hotel ci lavora?
In uno degli ultimi numeri ho scritto alcune domande fatte nei colloqui di selezione per Gm d’albergo, una di queste è: come promuovi un ambiente di lavoro positivo e produttivo nella struttura?
Il tema del coinvolgimento delle risorse umane è sempre più centrale, non so se dipenda da una rinnovata e maggiore sensibilità aziendale o dalla difficoltà nel trovare i collaboratori, ma poco importa.
Tra le interviste e i panel che ho condotto, ho notato che c’è un bel fermento nelle Hr. Ma la cosa che mi incuriosisce di più, perché la vedo come un punto delicato, resta il trasferimento di questa visione a chi guida le singole strutture.
Ma occhio a non impantanarsi nei luoghi comuni.
In questi giorni di eventi e fiere, tra un saluto e qualche stretta di mano ho sentito ripetere spesso: empatia.
Facciamo attenzione a non abusare della parola e trasformarla nell’ennesimo tormentone.
TECNOLOGIA
Ovvero ispirazione da altri mondi.
Partnership altrove. Microsoft ha stretto una partnership con Semafor (un nuovo giornale online, che ha ricevuto molti fondi, ed è visto come un innovatore del comparto). Le due, collaboreranno a un progetto per sviluppare strumenti di IA generativa per l’editoria.
E il turismo? Mi sono detto che anche nel turismo servirebbe una vera sperimentazione per mettere a fuoco dove la IA generativa possa dare un contributo sostanziale, perché non credo sia chiederle l’orario della prima colazione o un ristorante dove cenare.
COSE INTERESSANTI
Ovvero uno sguardo alle altrui strategie.
Destinazioni. Ho scoperto che alle Isole Cook, nel sud del Pacifico, c’è un grande torneo di squash: il Cook Islands Squash Open. Adesso forse mi odierai, ma tra il modaiolo padel e questo sport, per me vince lui, capace di mandarti i battiti cardiaci a mille.
Le Isole Cook stanno puntando molto sul turismo sportivo, la cosa mi piace.
Ed è tutto, alla prossima.
Se 21 Grammi di Turismo ti piace condividila o inoltrala. 🚀