Il lato umano, la IA e il big one
Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
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Oggi un numero tematico: ti parlo del lato umano della digitalizzazione, ma anche di IA e del piano tecnologico del big one alberghiero.
Iniziamo!
📆 Qualche appuntamento (ovvero dove sarò nei prossimi giorni)
2 febbraio, domani: Tfp Summit al Melia Milano
Modererò 4 panel dedicati a: benessere aziendale (dalle 10 alle 10:30); green e sostenibilità (dalle 11:30 alle 12); il ruolo delle risorse umane nel lusso (dalle 15 alle 15:30); rapporto tra IA e capitale umano (dalle 15:45 alle 16).
6 e 7 febbraio: Hospitality Riva del Garda
Terrò un paio di interventi formativi:
6 febbraio dalle 15:00 alle 15:45. Luoghi comuni che uccidono il turismo e la tua ospitalità. Dalla tecnologia alle risorse umane.
Individuare, capire e sradicare i luoghi comuni che affliggono il turismo è il passo per avere una visione più chiara ed efficace del travel.
7 febbraio dalle 16:00 alle 16:45. Ospitalità Next Generation: chi in hotel ci lavora, chi lo dirige e le nuove avventure da affrontare.
È un nuovo format di interviste live che inauguro con Virginia Bertone (GM hotel Plaza Torino e presidente giovani albergatori di Torino).
Ti aspetto!
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CHE CONFUSIONE ‘STA DIGITALIZZAZIONE
Il punto con la digitalizzazione nel turismo non è tecnologico, ma umano.
Pensavo che molte delle più recenti innovazioni digitali nel nostro settore, più che abbracciate si sono imposte.
Parlo con molte aziende turistiche e talvolta sono proprio queste chiacchierate a farmi pensare al fattore umano.
Eccoti qualche veloce aneddoto:
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C’è chi lamenta l’assenza di innovazione digitale, ma poi: «i miei ospiti la tecnologia non sanno usarla: li curo di persona, uno a uno»
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Altri che: «voglio i dati di chi si collega dal wifi». Certo, giusto, ma poi non scrivono nulla che vada oltre l’offerta del black friday.
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E chi ripete: «voglio mandare le notifiche push, perché le email sono spam», senza comprendere che a renderti spam non è il canale, ma il messaggio.
E potrei andare avanti con altri esempi.
Penso davvero che ragionare e lavorare sul lato umano del digitale possa arricchire tutto il comparto.
IA, A CHE PUNTO SIAMO?
Proverò a farti un racconto seguendo due linee guida: 1) non farmi coinvolgere né dalla tecno-passione né dal tecno-scetticismo; 2) non usare notizie turistiche e soffermarmi sullo scenario.
Come sarà il 2024? Salvo qualche IA chiromante non lo sa nessuno, ma Wired (che non si può definire tecno-scettica) pensa sarà caratterizzato da un’euforia ridimensionata.
Come mai? Se il 2023 è stato l’anno della IA, questo potrebbe avere delle battute d’arresto, il motivo è la possibilità che l’intelligenza artificiale produca qualche prestazione deludente.
Ecco gli ostacoli principali. L’aumento di informazioni false e le cosiddette allucinazioni (ossia quando una IA inventa cose). Ci saranno più startup basate sull’IA, certo, ma resterà un duopolio dominato da Microsoft/OpenAI e Google.
Non occorre ripeterlo: l’intelligenza artificiale generativa è una tecnologia che apre enormi opportunità, ma Wired ricorda quanto l’hype sia andato oltre.
E il tuo lavoro, che fine farà?
Analisi contrapposte. È vero che il Fondo monetario internazionale ha stimato che il 40% dei posti di lavoro in tutto il mondo, potenzialmente, potrebbero essere automatizzati. Ma è vera anche un’altra cosa: secondo una ricerca del MIT, sostituire i lavoratori umani, spesso, non ha senso. Il motivo? Semplice, è troppo costoso.
E come si potrebbe lavorare?
Un caso particolare. Una scrittrice ha vinto un premio letterario e poi ha dichiarato di aver usato ChatGpt per:
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Scrivere il 5% delle frasi presenti nel libro;
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Conversare con il bot, cosa che l’ha aiutata nella stesura.
Ho scelto questa notizia perché è divisiva: l’IA è uno strumento per lavorare meglio o qualcosa di poco etico?
Riepiloghiamo. Nel complesso è ancora troppo costoso rimpiazzare il lavoro umano, ma sforna strumenti che semplificano delle attività (con diverse sfumature etiche).
Ecco che una strada a breve termine può essere il potenziamento delle abilità personali.
Vediamo un paio di esempi turistici facili e veloci:
Creare gli annunci nelle campagne pubblicitarie online;
Scrivere le risposte alle recensioni.
Ma al di là dello strumento da usare, il punto è: come vediamo queste attività? Sono una seccatura della quale liberarci o vogliamo un potere aggiuntivo, sotto il nostro controllo?
Un aspetto delicato, poi, riguarda le persone più giovani: bisogna evitare che usando troppo gli strumenti di IA non imparino le basi e le regole del lavoro.
Che sia la nuova sfida dei reparti Hr? 🤔
Chi lavora nel turismo, ora più che mai, deve tenere d’occhio e riflettere sugli scenari e le possibili direzioni della IA (prima di pensare alla nuova e accattivante funzionalità).
LA SFIDA DEL BIG ONE
Il gruppo alberghiero più grande al mondo prosegue la sua marcia nel lusso, ma punta anche sulla trasformazione tecnologica.
Il lusso è la strada maestra. Gli scettici dicono che Marriott ha occupato ogni città chiave e adesso può crescere solo nei segmenti di livello più basso. Ma lei dice no, anzi, pensa che il lusso porterà i margini per compensare l’espansione nei segmenti inferiori.
La trasformazione tecnologica imminente. L’obiettivo è aiutare il personale a diventare più efficiente, ma anche spingere gli ospiti a comprare più servizi.
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Alla reception. Pensano a un software più intuitivo per il check-in (definiscono l’attuale: una serie di sistemi goffi).
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Il sito web e l’app. Saranno rinnovati con l’obiettivo di facilitare il confronto tra gli hotel e stimolare la vendita di servizi extra-camera.
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L’IA generativa. Il servizio clienti, quello telefonico, disporrà di uno strumento che analizzerà le domande complicate.
Il Ceo ha in mente richieste articolate tipo: «voglio un resort pet friendly con un ristorante giappo-italiano. Ah, che sia vicino all’aeroporto, ma anche a una spiaggia per surfare».
Chissà se il risultato sarà all’altezza dell’aspettativa.
Ed è tutto (il prossimo numero è in forse, spero di riuscire a scriverlo tra un evento e l’altro).
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