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Contributi a fondo perduto per impianti fotovoltaici e fonti rinnovabili (bando MASE). Stanziati 262 milioni per le regioni del Sud

  • InfoHOTEL
  • 16 Dicembre 2025
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Questo articolo è stato scritto da Forniturealberghiereonline. Clicca qui per leggere l'articolo originale

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Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha attivato un bando da 262 milioni di euro dedicato alle imprese che intendono realizzare interventi di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (FER) tramite impianti fotovoltaici o termo-fotovoltaici. Insieme all’impianto principale, il bando consente anche il cofinanziamento di sistemi di stoccaggio elettrochimico (batterie) “behind-the-meter”, ossia installati a valle del contatore e destinati soprattutto a massimizzare l’autoconsumo dell’energia prodotta dall’impianto collegato.

Le domande si presentano online e la misura è rivolta alle imprese con unità operative localizzate nelle Regioni meno sviluppate del Mezzogiorno. Il termine per presentare la domanda è fissato per le ore 10:00 del 3 marzo 2026.

Chi può partecipare: beneficiari e territori ammessi

Possono accedere alle agevolazioni:

  • Imprese di qualsiasi dimensione, incluse le reti di imprese.
  • Stabilimenti produttivi (unità operative) situati in aree industriali, produttive o artigianali di Comuni con oltre 5.000 abitanti.

I progetti devono riguardare unità operative localizzate nelle Regioni indicate dal bando: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Settori esclusi

Il bando prevede esclusioni esplicite legate alla classificazione ATECO (il sistema che identifica l’attività economica dell’impresa ai fini amministrativi e statistici). In particolare:

  • è esclusa la Sezione A “Agricoltura, silvicoltura e pesca” (codice 01);
  • sono esclusi anche tutti i codici che rientrano nei sotto-codici ATECO “01” della nuova classificazione ATECO 2025.

Tutte le altre imprese possono accedere al contributo a fondo perduto, incluse le imprese del settore turistico-ricettivo, imprese industriali, commerciali e fornitori di servizi, che possiedono tutti gli altri requisiti previsti (in particolare, ubicazione e tipologia di impianto da installare).

Che tipo di contributo è previsto e quanto può coprire

L’agevolazione assume la forma di un contributo in conto impianti (cioè un contributo a fondo perduto collegato alle spese di investimento per l’impianto), con applicazione del regime di aiuti di Stato GBER (Regolamento Generale di Esenzione per Categoria, che definisce condizioni e limiti per gli incentivi pubblici alle imprese).

Le intensità massime (percentuali di contributo) sono indicate come segue:

  • Fotovoltaico: fino al 58% per piccole imprese;
  • Termo-fotovoltaico: fino al 63% per piccole imprese;
  • Sistemi di stoccaggio: fino al 48% per PMI.

È previsto inoltre un sistema di premialità (maggiorazioni percentuali) che può incrementare l’aliquota base:

  • +5 punti percentuali se si utilizzano moduli fotovoltaici inseriti nel Registro ENEA in categoria B o C;
  • +2 punti percentuali se i moduli fotovoltaici rientrano in categoria A;
  • +2 punti percentuali se l’impresa possiede un sistema di gestione dell’energia certificato ISO 50001 (standard che attesta procedure strutturate per misurare e migliorare i consumi energetici).

Le premialità si sommano alla percentuale base, ma la percentuale complessiva non può superare il 100%. Il massimale agevolabile per singolo progetto è pari a 30 milioni di euro.

Come si calcola il contributo: principi da considerare

Il contributo viene determinato applicando le percentuali previste alle spese ammissibili, con una regola importante: il calcolo avviene al netto dell’IVA recuperabile (in pratica, l’IVA che l’impresa può detrarre non rientra nel perimetro agevolabile).

Per i sistemi di stoccaggio, le spese sono riconosciute solo se l’accumulo è connesso all’impianto FER e se almeno il 75% dell’energia che alimenta il sistema di accumulo proviene dall’impianto rinnovabile collegato.

Costi massimi ammissibili: i tetti di spesa

Il bando prevede limiti di costo (tetti di spesa) che possono incidere sull’importo riconosciuto:

  • per il fotovoltaico sono previsti valori in €/kWp (kWp = potenza di picco dell’impianto) differenziati per scaglioni di potenza e per categoria dei moduli;
  • per il termo-fotovoltaico il limite indicato arriva fino a 2.500 €/kWp;
  • per l’accumulo il tetto è 900 €/kWh fino a 50 kWh e 800 €/kWh oltre 50 kWh (kWh = capacità di energia immagazzinabile).

Interventi finanziabili: cosa rientra tra le spese ammesse

In generale, risultano finanziabili:

  • acquisto, trasporto e installazione di impianti fotovoltaici e termo-fotovoltaici;
  • sistemi di stoccaggio elettrochimico “behind-the-meter”, nel rispetto del vincolo del 75% di energia proveniente dall’impianto FER collegato;
  • opere civili e connessione alla rete elettrica nazionale;
  • costi di messa in esercizio e collaudo;
  • predisposizione di una relazione tecnica asseverata.

Secondo quanto previsto dal decreto MASE n. 424/2025 e dalle fonti normative correlate, il dettaglio delle spese ammissibili include quanto segue.

Impianti fotovoltaici (FER)

Rientrano tra i costi ammissibili:

  • acquisto di moduli fotovoltaici, inverter e strutture di supporto;
  • trasporto dei componenti;
  • montaggio e installazione (manodopera);
  • opere civili strettamente necessarie all’impianto (ad esempio basamenti e staffaggi, se indispensabili);
  • collegamento alla rete elettrica;
  • messa in esercizio e collaudo.

Per questa categoria vale una condizione specifica: gli impianti sono ammessi solo su edifici esistenti o su coperture pertinenziali.

Impianti termo-fotovoltaici

Il bando ammette anche componenti e lavorazioni legate alla parte termica, tra cui:

  • acquisto di componenti termici (tubazioni, valvole, pompe, centraline, scambiatori, accumulatori solari);
  • trasporto e installazione della componente termica;
  • opere civili collegate al circuito termico;
  • collegamento elettrico;
  • messa in esercizio.

Sistemi di stoccaggio elettrochimico (“behind-the-meter”)

Per l’accumulo sono ammissibili:

  • acquisto di batterie e power electronics (inverter/convertitori, cioè l’elettronica che gestisce flussi e conversione dell’energia);
  • trasporto dei sistemi di accumulo;
  • installazione, montaggio e cablaggi necessari;
  • opere civili strettamente necessarie all’installazione delle batterie;
  • messa in esercizio e collaudo.

Relazione tecnica asseverata: un allegato obbligatorio

La relazione tecnica asseverata deve essere redatta da un professionista abilitato e rappresenta un requisito essenziale della domanda. Deve descrivere il progetto includendo, tra gli altri, dimensionamento, potenza, modalità di autoconsumo e la compatibilità con il principio DNSH (Do No Significant Harm, cioè il criterio secondo cui l’intervento non deve arrecare danni significativi agli obiettivi ambientali).

Opere di connessione

Sono considerate ammissibili anche le attività necessarie alla connessione dell’impianto fotovoltaico o termo-fotovoltaico alla rete elettrica, comprese le opere elettriche e i cablaggi funzionali al collegamento con la rete nazionale per l’autoconsumo.

Spese non ammissibili: cosa resta fuori dal contributo

Il bando individua con chiarezza alcune esclusioni. In particolare:

  • non è finanziabile la sola installazione di sistemi di stoccaggio se non è presente l’impianto FER principale;
  • non sono ammesse opere murarie generali non strettamente necessarie all’installazione (ad esempio ampliamenti importanti non legati all’impianto);
  • non sono accettati beni usati: le forniture devono essere nuove di fabbrica;
  • non sono ammissibili impianti collocati su suolo a terra, perché il decreto richiede installazione su edifici esistenti o strutture pertinenti;
  • il leasing (locazione finanziaria) per gli impianti non è contemplato.

Requisiti tecnici aggiuntivi e vincoli di esercizio

Oltre alle condizioni già indicate per l’accumulo, il bando prevede alcuni requisiti tecnici e gestionali da considerare fin dalla progettazione:

  • lo stoccaggio “behind-the-meter” è ammesso solo se strettamente collegato all’impianto FER;
  • la potenza nominale dell’impianto deve essere compresa tra 10 kW e 1.000 kW (1 MW);
  • è obbligatoria la cessione gratuita al GSE dell’energia eccedentaria non accumulata per 20 anni (il GSE, Gestore dei Servizi Energetici, è il soggetto pubblico che gestisce le diverse misure e piattaforme legate all’energia).

Quando e come presentare la domanda

La finestra temporale per l’invio delle richieste è la seguente:

  • apertura domande: 3 dicembre 2025, ore 10:00;
  • chiusura domande: 3 marzo 2026, ore 10:00.

La procedura di invio è esclusivamente telematica tramite la piattaforma dedicata del GSE.

Accesso alla piattaforma dedicata GSE: dove si presenta la domanda

La domanda si invia solo online, accedendo (previa autenticazione) al Portale “PNRIC-FTV” disponibile tra i servizi dell’Area Clienti GSE.

🔗 Link utili (ufficiali)
🧭 Istruzioni operative (in breve)
  1. Entra in Area Clienti e autenticati con SPID (in alternativa con credenziali GSE, se già disponibili).
  2. Dal menù, vai su Servizi → Rinnovabili elettriche e apri il portale PN RIC – FTV.
  3. Nel portale, dalla sezione Richieste, seleziona Nuova richiesta e completa gli step fino all’invio.
  4. Suggerimento pratico: se accedi con credenziali (non SPID), verifica che i tuoi contatti siano aggiornati e certificati per ricevere correttamente i codici di sicurezza (OTP) richiesti in fase di accesso.
Nota: la sezione “Documenti” della pagina dedicata raccoglie, tra gli altri, Regole operative, FAQ e modelli (es. relazione tecnica asseverata) utili per compilazione e allegati. (vai ai Documenti)

Valutazione, graduatoria e criteri di punteggio

La selezione dei progetti avviene attraverso una fase di pre-istruttoria seguita dall’istruttoria di merito. La valutazione tiene conto di criteri che riguardano sia la solidità del progetto sia la sua coerenza ambientale, tra cui:

  • qualità tecnica della soluzione proposta;
  • sostenibilità dell’intervento;
  • rapporto tra energia prodotta e consumata (coerenza con l’autoconsumo);
  • rispetto del principio DNSH (“Do No Significant Harm”).

È prevista una priorità a favore delle imprese più piccole: il bando indica che il 60% delle risorse è riservato alle Piccole e Medie Imprese, includendo al loro interno una quota che interessa anche le micro imprese.

✅ Check list operativa: cosa preparare prima dell’invio

Per ridurre il rischio di errori e arrivare pronti per l’invio della domanda tramite la piattaforma online, è utile seguire una sequenza di lavoro coerente con quanto richiesto dal bando:

  • ✓ verificare i requisiti dell’impresa, la sede/unità operativa e l’ATECO ammesso;
  • ✓ redigere la relazione tecnica asseverata (potenza, progettazione, autoconsumo, DNSH);
  • ✓ predisporre il piano di investimento (fotovoltaico o termo-fotovoltaico e, se previsto, stoccaggio e connessione rete);
  • ✓ ottenere preventivi per impianti, installazione, opere civili strettamente necessarie e collaudo;
  • ✓ preparare la documentazione economico-amministrativa, come bilancio o dichiarazione dei redditi e DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva, che attesta la regolarità verso INPS/INAIL e altri enti);
  • ✓ pianificare la cessione al GSE dell’energia eccedentaria non accumulata per 20 anni;
  • ✓ presentare la domanda entro il 3 marzo 2026 attraverso il portale GSE/MASE, con tutti gli allegati previsti;
  • ✓ organizzare la rendicontazione (fatture, documenti di installazione, atti di collaudo) per la fase successiva.

Per imprese e strutture con consumi significativi (tipicamente presenti anche nel settore dell’ospitalità e dei servizi), la misura può rappresentare un’opportunità concreta per investire nell’autoproduzione, ridurre l’esposizione ai costi energetici e strutturare progetti tecnicamente solidi, conformi ai vincoli del bando e pronti per la valutazione.

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