
A poche settimane dal lancio degli Agenti AI in grado di prenotare ristoranti, acquistare biglietti per eventi e fissare trattamenti beauty, Google ha confermato che sta lavorando per estendere le stesse funzionalità anche al mondo dei viaggi: hotel e voli, per essere precisi.
Si tratta di un passaggio trasformativo: per la prima volta, la prenotazione di una camera potrebbe avvenire interamente all’interno di una conversazione con l’AI di Google, senza che l’utente debba visitare siti, app o portali esterni.
Julie Farago, vicepresidente di engineering per travel e local search di Google, ha sintetizzato così la visione dell’azienda: “Il nostro obiettivo è consentire agli utenti di prenotare voli e hotel direttamente in AI Mode.”
In futuro, quindi, un viaggiatore potrebbe semplicemente digitare: “Cerco un hotel di design a Milano sotto i 250 € a notte” e l’Agente AI farà tutto al suo posto: analizzare le opzioni, confrontare i prezzi, filtrare in base alle preferenze, proporre soluzioni e portare alla prenotazione; il tutto senza uscire dalla conversazione.
Perché questo cambiamento è importante
In questo scenario, la domanda centrale è: come influenzerà questo modello la visibilità e la competitività degli hotel?
La risposta è duplice. Da un lato, Google assicura che non mira a eliminare le OTA né a introdurre nuovi ostacoli commerciali. Dall’altro, è evidente che gli Agenti AI diventeranno il primo filtro attraverso cui passerà la scelta del viaggiatore. È lì che si formano shortlist, confronti, priorità e preferenze.
Per voi, questo comporta alcuni cambiamenti strategici:
- la qualità dei contenuti digitali inciderà direttamente sulla probabilità di essere mostrati;
- la coerenza tra sito, OTA e scheda Google diventerà essenziale;
- la reputazione online sarà un fattore ancora più determinante, perché l’AI valuterà sentiment, frequenza e tipologia di recensioni;
In altre parole, non è il prodotto alberghiero a cambiare, ma come l’AI lo interpreterà e lo presenterà ai potenziali ospiti.
Collaborazione con i principali partner del settore
Per costruire questa nuova esperienza, Google sta collaborando con i player più importanti del travel: Booking.com, Expedia, Marriott, IHG, Choice Hotels, Wyndham e altri partner che si aggiungeranno nei prossimi mesi.
L’obiettivo è coprire l’intero ecosistema hospitality, dalle grandi catene agli hotel indipendenti, per offrire agli utenti una scelta il più possibile completa.
Farago ha evidenziato che Google intende procedere con cautela: “Vogliamo assicurarci che l’esperienza sia davvero semplice e che gli utenti mantengano tutto il controllo.”
Per quanto riguarda il modello commerciale, nessuna rivoluzione. James Byers, group product manager, ha ribadito che il modello rimarrà vicino a quello attuale: “Per ora immaginiamo un modello molto simile a quello di oggi. Vogliamo un ecosistema aperto, senza barriere commerciali, accessibile a tutti i partner”.
Questo significa che non cambieranno le modalità di integrazione né la logica delle partnership: cambieranno piuttosto il come e il dove il vostro hotel verrà presentato agli utenti nelle fasi decisive della loro scelta.
Un’esperienza ancora in fase di definizione
Google non ha ancora fornito una data di lancio per gli Agenti AI dedicati alla prenotazione di hotel.
Secondo Byers, ci sono due sfide principali:.
- la fluidità dell’esperienza, che potrebbe essere perfezionata entro pochi mesi;
- la comprensione delle aspettative reali dei viaggiatori, un percorso che durerà tutto il 2026.
Come albergatori, avrete a disposizione un anno di transizione per capire come l’AI Mode influenzerà la visibilità, le conversioni e le logiche di mercato.
Le prime anticipazioni mostrano un flusso d’uso molto chiaro: Il viaggiatore descrive ciò che cerca → l’AI propone una selezione → l’utente raffina la selezione → sceglie il partner preferito → completa la prenotazione senza uscire dall’AI.
Un punto cruciale è che Google non gestirà i pagamenti, che resteranno invece responsabilità dei partner (OTA, catene, hotel integrati). Il ruolo di Google sarà quello di orchestrare la conversazione, fornire confronto e guidare l’utente verso la scelta più adatta.
Di conseguenza, la correttezza dei dati, la qualità delle foto, la coerenza delle descrizioni e la reputazione online diventeranno ancora più decisive: l’AI selezionerà gli hotel in base a queste informazioni.
Un ecosistema che evolve rapidamente
L’arrivo degli Agenti AI per la prenotazione degli hotel arriva in un momento in cui Google sta ampliando molti degli strumenti dedicati ai viaggi. Il nuovo Canvas di pianificazione permette agli utenti di creare itinerari personalizzati direttamente in AI Mode, mentre la funzione Flight Deals è stata estesa a oltre 200 Paesi e tradotta in più di 60 lingue.
Se il paradigma ipotizzato da Altman dovesse concretizzarsi, gli hotel con un buon prodotto e una forte brand identity avrebbero l’opportunità di emergere senza dover competere in aste costose o sacrificare ampi margini in commissioni elevate.
Nel frattempo, anche i competitor si stanno muovendo rapidamente: ChatGPT ha integrato le prenotazioni con Expedia e Booking.com, Perplexity ha avviato partnership con SelfBook, mentre Stripe, Visa e Mastercard stanno sviluppando protocolli per pagamenti nativi gestiti da agenti AI.
Il messaggio per il settore hospitality è chiaro: il futuro della prenotazione passa dalle conversazioni con l’AI e tutti i principali player stanno accelerando per implementare queste nuove tecnologie.
Per questo vi consigliamo di sfruttare al massimo questo periodo di transizione: aggiornate e armonizzate i contenuti del vostro hotel — foto, descrizioni, servizi — su sito, OTA e profilo Google; curate attentamente la vostra reputazione online, perché recensioni e punteggi saranno tra i primi dati che un Agente AI valuterà.
Sono piccoli passi che vi permetteranno di arrivare preparati quando questa tecnologia non sarà più una novità, ma parte integrante del modo in cui gli ospiti sceglieranno il vostro hotel.
