
🚢 Poi; novità, comunicazione e curiosità.
Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
Racconto il mondo del turismo tra economia, etica, società e innovazione.
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TUTTI A BORDO
I giovani e le crociere. Il Financial Times parla delle crociere nel mercato statunitense e segnala che la clientela è in evoluzione e in aumento. I dirigenti di diverse compagnie dicono che i più grandi della Generazione Z (quasi trentenni) e i millennial, scelgono sempre più spesso questo tipo di vacanza.
Da un’indagine dell’Abta (associazione di viaggi britannica) è emerso che un quinto degli intervistati tra i 25 e i 34 anni ha fatto una crociera negli ultimi 12 mesi, nel 2019 era una persona su 20. E manco a dirlo, uno dei fattori più importanti per attrarre i giovani è la convenienza.
Il nodo del lavoro. A creare un prodotto economicamente vantaggioso contribuisce anche il personale: le compagnie non sono obbligate a reclutare personale locale e possono accedere a permessi di lavoro speciali per i marittimi, che di norma costa meno. Secondo gli analisti molti lavoratori provengono da paesi a basso reddito come Filippine e Indonesia, ma gli operatori non condividono cifre precise.
Fino a quando? Anche se nel 2024 c’è stato un aumento di quasi il 10% di passeggeri raggiungendo quasi 35 milioni, pare stiano emergendo dei segnali che fanno intravedere la fine di questo slancio (riduzione della spesa per le vacanze unita alla spinta a incrementare i prezzi).
Mai fermarsi. Però i dirigenti di gruppi come Royal Caribbean e MSC, insistono sul fatto che c’è ancora molto spazio per crescere e come esempio si cita che secondo i dati della Cruise Lines International Association e di Visit Orlando, nel 2024 il numero dei crocieristi oceanici è stato inferiore a quello dei visitatori di Orlando, sede di Walt Disney World.
Due spunti. Fino a non molto tempo fa sembrava che per millennials e Gen z non esistesse dio all’infuori della sostenibilità, e oggi li vediamo sulle navi da crociera, che con tutta la buona volontà non possiamo definire baluardo del green. Non lo trovo sbalorditivo, ma è la consueta dimostrazione che il mondo è meno netto di come professa il marketing.
Avere come asticella di riferimento il parco Walt Disney World è emblematico di una certa dipendenza bulimica dalla crescita.
NOVITÀ
E a proposito di parchi a tema… Anche Netflix entra in questo settore con l’apertura del suo Netflix house a Philadelphia. Il secondo parco aprirà tra circa un mese a Dallas. La piattaforma possiede diversi titoli come Stranger Things, Squid Game e Mercoledì che ben si prestano alla trasposizione in un parco a tema.
A quando anche un hotel?
COMUNICAZIONE
Il rapporto tra operatori turistici e creator. Radisson Hotel Group sta provando a ingegnerizzare il suo rapporto con i creator e lancia la piattaforma Creator Hub. Offrirà soggiorni in hotel in cambio di contenuti; per aderire al programma bisogna avere tra i 1.000 e 30.000 follower su Instagram o TikTok.
Perché è interessante? Il sistema permette alla compagnia di mettere a sistema il mondo dei piccoli e medi influencer (fino a 30.000 follower) remunerandoli con un sistema di cambio merci (non monetario). Dal punto di vista aziendale è un’ottima iniziativa, con un ritorno potenziale elevato. Il punto delicato da gestire saranno, ancora una volta, l’etica e la trasparenza del messaggio verso il pubblico.
CURIOSITÀ
Accogliere tutti, ma proprio tutti. Dopo aver notato che molti ospiti portano in viaggio le bambole e creano per loro un piccolo angolo nella stanza, la catena alberghiera Toyoko Inn ha lanciato il programma di accoglienza per bambole e peluche nelle sue strutture in Giappone. Il programma include anche un mini lettino e un mini accappatoio.
Perché è interessante? Certo, alle nostre orecchie può suonare una stranezza tutta giapponese, ma che spirito di osservazione e che sensibilità verso le esigenze degli ospiti.
È tutto, ci vediamo.
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