
🥾 Camminare, impastare, tassare.
Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
Racconto il mondo del turismo tra economia, etica, società e innovazione.
Iscriviti per ricevere i prossimi numeri.
In questo numero scrivo tre dubbi su tre fatti turistici, ma provo a farlo affiancando ai dubbi una piccola riflessione.
DUBBI (E RIFLESSIONI)
Camminare in sicurezza è in contrasto con la ricerca di esperienza? Sto frequentando un corso di escursionismo del Club alpino italiano (Cai) con l’obiettivo di poter uscire in ambiente e camminare in modo più consapevole e attento. Mi sono fatto questa domanda quando, cercando tra un po’ di sentieri, ne ho trovato uno su un sito istituzionale che nella scheda riepilogativa dice: Durata / Lunghezza: 2h; Dislivello: circa 900m; Difficoltà: E.
Durante il corso Cai mi è stato insegnato che un escursionista tipo, quindi non un esperto, percorre 300m di dislivello in un’ora. Ecco che la durata dovrebbe essere di 3h (cosa non di poco conto quando cammini, soprattutto se pensi che devi tornare a casa). Poi non viene indicato lo sviluppo lineare, e il tratto finale EE (escursionista esperto) viene indicato solo all’interno del testo, non nella scheda riepilogativa che subito balza all’occhio (e tutti sappiamo quanto poco si legge).
Dato che non sono un esperto, ma una persona che inizia a ragionare su questi temi, l’ho fatto vedere a due accompagnatori Cai che hanno confermato la mia perplessità sulla durata. Inoltre, uno dei due mi ha detto che quel tratto EE ha dei passaggi tecnici impegnativi (cosa indicata anche sul sito, ma nell’economia di quel testo il messaggio si diluisce); l’altro mi ha risposto che quando un percorso, anche per soli 20 metri (a titolo di esempio), è esposto o richiede l’uso di catene o corde, sarebbe giusto considerarlo per intero come EE.
Com’è possibile? C’è la possibilità che quel 2h di percorrenza sia un refuso, oppure hanno tarato il percorso sul passo di un esperto (ma avrebbero dovuto specificarlo). Il punto è che un sito istituzionale ha un peso e un’attendibilità maggiore agli occhi di un turista.
Comunicare bene le attività escursionistiche non è solo sicurezza, ma ha una ripercussione diretta sull’impatto turistico. Cosa potrebbe fare chi comunica, ancora di più se fa parte di un’istituzione?
Partirei con una qualcosa di semplice ma importante: inserire sempre nei siti web delle spiegazioni di base che diano ai turisti la possibilità di auto valutarsi e capire se possono affrontare quel percorso (con un risvolto positivo su sicurezza e eventuale affollamento dei sentieri).
Alla faccia dell’autenticità. Ad agosto nel quartiere di Bari vecchia c’è stata una retata, ma non come quando quella zona della città era inaccessibile per la criminalità, sono stati sequestrati sacchi di orecchiette e delle pastaie sono state accusate di vendere pasta industriale spacciata per fatta a mano (ma anche di aver violato gli standard di sicurezza alimentare e le norme fiscali).
I dubbi sull’autenticità della pasta aleggiano da un po’ e sono esplosi con l’aumento turistico degli ultimi anni. Dopo il sequestro ci sono state dimostrazioni di solidarietà, ma sembra che sotto sotto la rivalità serpeggi. Come sottolinea il Guardian, una delle pastaie ha ammesso di aver venduto un prodotto industriale, aggiungendo: «Ma cos’altro avrei dovuto fare? Non riuscivo a stare al passo con la domanda».
Perché è interessante? Provando a fare astrazione dal caso specifico dalle pastaie di Bari vecchia, penso ci sia da riflettere sue due argomenti:
Uno, l’illusione (o la pretesa) di industrializzare il concetto di autenticità. Anche se aumentano i numeri e i flussi turistici ci illudiamo che il contesto non cambi e tutto resti, appunto, autentico. Due, la sacralizzazione e la mitizzazione che facciamo del concetto di autenticità può portare a una distorsione della percezione.
Olimpiade che vai, tassa di soggiorno che trovi. Milano ha detto che raddoppierà la tassa di soggiorno per il solo 2026, l’anno in cui ospiterà le Olimpiadi invernali. Quindi la situazione, per notte, diventerà questa:
-
10 euro hotel 4 o 5 stelle;
-
7,4 euro hotel 3 stelle;
-
5 euro a 2 stelle;
-
9,5 euro per gli appartamenti in affitto breve (adesso 6,3 euro);
-
3 euro per gli ostelli per la gioventù e le aziende ricettive all’aria aperta come i campeggi (in questi due casi viene ridotta dagli attuali 3,5 euro).
In altre parole parliamo di un aumento medio del 20%.
Da sapere. L’aumento è stato decretato per il solo 2026, l’anno delle Olimpiadi (che però durano un paio di mesi). La grande curiosità è: ma davvero la tassa di soggiorno verrà abbassata nel 2027? Altro punto è che l’aumento dell’imposta di soggiorno per i Comuni che ospitano le Olimpiadi è vincolato al fatto che dovranno versare la metà dell’aumento allo Stato.
Due piccole riflessioni. Smettiamo di chiamarla tassa turistica, perché di turistico c’è ben poco; cosa già ben metabolizzata dagli addetti ai lavori, ma magari meno da chi viaggia.
Poi ci vedo una contraddizione in termini: da anni a livello istituzionale si parla dell’importanza economica delle Olimpiadi invernali e poi si mette un’imposta di soggiorno che dovrebbe in un certo senso compensarne i disagi? Più passa il tempo e più sono scettico rispetto al gigantismo di alcuni eventi.
È tutto, ci vediamo.
❤️ Ti piace?
Clicca sul cuore, condividila sui social e inoltrala per farla conoscere.
📧 Vuoi contattarmi?
Se vuoi collaborare o chiedermi qualcosa: rispondi a questa email.
Se pensi che questo numero sia utile, condividilo sul canale che preferisci.
✍️ Questa newsletter è scritta per
Chi lavora nel turismo e vuole uno sguardo ampio sul settore; studia il turismo e cerca nuovi approfondimenti; viaggia e vuole farlo in modo più consapevole.
Iscriviti per ricevere i prossimi numeri.