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ChatGPT Ads: come saranno gli annunci sui motori AI

  • Elisa DAgostino
  • 18 Novembre 2025
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Questo articolo è stato scritto da Booking Blog. Clicca qui per leggere l'articolo originale

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Il settore della distribuzione alberghiera potrebbe essere sull’orlo di un cambiamento importante, ancora una volta.

Secondo quanto dichiarato da Sam Altman, CEO di OpenAI, in futuro ChatGPT potrebbe introdurre forme di pubblicità, ma — ed è questo il punto cruciale — le nuove Ads non assomiglierebbero affatto a quelle di Google.
Le sue parole, riportate da Search Engine Land, accendono un dibattito che merita attenzione: se questo nuovo modello dovesse diventare realtà, potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui i viaggiatori scoprono e scelgono un hotel.

Un modello diverso da Google Ads

Altman ha espresso una critica molto chiara verso l’attuale modello di ricerca tradizionale: secondo lui, gli annunci mostrati da Google esisterebbero perché i risultati organici non sono sempre sufficientemente soddisfacenti. In altre parole, le aziende sarebbero costrette a pagare per emergere, compensando le lacune dell’algoritmo.

Nelle intenzioni di Altman, ChatGPT funzionerebbe in modo completamente diverso. L’assistente cercherebbe prima di tutto di fornire la risposta migliore, indipendentemente da chi paga. Solo in un secondo momento, e solo se l’utente decidesse di prenotare o acquistare direttamente attraverso la conversazione, OpenAI potrebbe ricevere una piccola commissione, identica per tutti.

Come potrebbero funzionare gli annunci su ChatGPT

Il meccanismo ipotizzato è molto semplice: un viaggiatore domanda all’assistente quale sia il miglior hotel per una determinata esigenza, ad esempio “Qual è il miglior hotel a Roma per una vacanza in famiglia?”

ChatGPT formulerebbe la migliore risposta possibile sulla base dei dati disponibili e della comprensione del contesto. Se l’utente decidesse di prenotare l’hotel con un clic attraverso la stessa interfaccia, OpenAI potrebbe ricevere un compenso fisso.

Implicazioni e consigli per gli hotel 

Anche se nulla è ancora ufficiale, consigliamo a voi albergatori di considerare alcune azioni strategiche in un ecosistema dominato dall’intelligenza artificiale.

Potreste iniziare rivedendo il vostro posizionamento, cercando di comprendere a quale tipologia di ospite rispondete meglio e quali domande reali potreste intercettare.
In quest’ottica, potrebbe essere utile ragionare non più in termini di keyword, ma di esigenze: non “hotel Roma centro”, bensì “dove dormire a Roma vicino al Vaticano con bambini piccoli”.

La brand reputation meriterebbe una cura costante, quasi maniacale. Ogni recensione diventerebbe un tassello del racconto dell’hotel, un segnale che l’AI potrebbe leggere e interpretare. Mantenere coerenza, rispondere sempre ai feedback – come noi diciamo da anni – e migliorare l’esperienza di soggiorno sarebbero la base per essere considerati attendibili.

Infine, l’adozione corretta di dati strutturati non dovrebbe più essere trascurata. Schema markup, contenuti aggiornati, servizi ben descritti, informazioni organizzate in modo logico: tutto ciò facilita la comprensione da parte dell’AI, permettendo probabilmente di emergere come risposta più pertinente.

Un paradigma più favorevole per gli hotel?

Per anni la visibilità online è stata dominata da logiche di investimento pubblicitario e da modelli di intermediazione che spesso favorivano chi aveva più budget – OTA e grandi catene – non necessariamente chi offriva l’esperienza migliore.

Se il paradigma ipotizzato da Altman dovesse concretizzarsi, gli hotel con un buon prodotto e una forte brand identity avrebbero l’opportunità di emergere senza dover competere in aste costose o sacrificare ampi margini in commissioni elevate.

D’altra parte, per l’ospite la scelta diventerebbe più semplice e più trasparente. Per l’hotel, la qualità tornerebbe al centro del processo di visibilità.

Le ChatGPT Ads non sono ancora una realtà, non esistono date ufficiali o formati definiti.
Ma la direzione suggerita da Altman lascia immaginare un futuro in cui l’AI potrebbe guidare la ricerca degli hotel basandosi molto più sulla pertinenza e sulla qualità che sulla capacità di investimento.
Iniziate a rifletterci ora, domani sarà troppo tardi.

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