

Il pacchetto sta facendo nuovamente capolino nello scenario turistico. Capiamo meglio le motivazioni (e le conseguenze) dietro il possibile ritorno di questa formula.
Gli anni ’80 e ’90 stanno tornando prepotentemente in auge, non solo nella moda e nell’estetica, ma anche nel modo in cui le persone prenotano.
L’antica formula del pacchetto vacanze, quasi caduta nel dimenticatoio con l’avvento delle prenotazioni fai-da-te (il crollo dell’operatore turistico Thomas Cook Group è stato l’emblema di questa transizione), sta tornando di moda in alcuni paesi europei.
Secondo una ricerca del Financial Times, il volume di prenotazioni tramite agenti di viaggio nel Regno Unito è aumentato dell’11%, mentre si prevede che il mercato dei pacchetti tra Irlanda, UK e Germania varrà fino 77 miliardi di euro.
Ma cosa c’è dietro il ritorno di questa formula? E, soprattutto, conviene continuare a sposarla?
Vediamolo insieme!
Problemi moderni richiedono… soluzioni non così moderne
Pandemie, guerre, ondate di caldo e incendi: questo secolo è bello scombussolato.
E, di conseguenza, lo sono anche i piani dei viaggiatori.
Perciò abbiamo questo revival!
I pacchetti offrono certezze in un mondo pieno di incertezze: orari confermati, itinerari prestabiliti e, soprattutto, un unico punto di riferimento (l’agenzia o il tour operator) per qualsiasi problema.
Operator giovani che fanno gola a viaggiatori giovani
Insieme all’affidabilità del pacchetto, vanno considerate anche le politiche dei tour operator che, da parte loro, stanno stimolando la domanda con rimborsi privi di interessi e una maggior scelta per quanto riguarda le destinazioni.
Ma la vera novità è data dai nuovi operator, i quali hanno rivoluzionato il modello di offerta e propongono soluzioni personalizzabili, ma sempre con la sicurezza offerta dai pacchetti tradizionali.
Se poi ci aggiungiamo che le norme europee e britanniche tutelano i viaggiatori con maggiori diritti, politiche di cancellazioni e rimborsi, il gioco è fatto.
Ironicamente, ad apprezzare maggiormente questa soluzione sono i giovani adulti, proprio la stessa fascia demografica che per prima ha abbracciato l’autonomia nell’organizzare le vacanze.
E per gli albergatori?
Per i viaggiatori, i pacchetti sembrano essere un porto sicuro… ma per gli albergatori?
Allora, qui vanno fatte due considerazioni importanti.
Non dimenticarti da dove vieni
Il pacchetto è stato un grande veicolo di prenotazioni, ha conosciuto momenti bui, ma ora sta ritornando. Ecco perché non è possibile escludere o tralasciare quei canali che e quelle realtà che lo prevedono.
Rientrare nelle liste dei tour operator, oggi come oggi, può ancora essere una soluzione valida.
Prendi esempio da cosa funziona
Probabilmente non c’è nulla che tu possa fare per “sfruttare” questo ritorno dei pacchetti, a parte… imitarli! Dai alle persone quello che i pacchetti offrono loro.
No, non stiamo parlando della possibilità di prenotare volo+hotel, ma della comodità e, soprattutto, della sicurezza.
Cosa puoi fare quindi?
- Offri politiche di cancellazione gratuita, per dare alle persone la serenità di prenotare senza pensieri
- Includi servizi che permettono all’ospite di vivere la vacanza senza dover pensare a nulla (es. transfer o taxi dall’aeroporto all’hotel, prenotazione di auto a noleggio, ecc.)
- Fai da tramite tra l’ospite e le attività locali, proponendo offerte che includono attività (es. prenotazione di degustazioni in cantina, di visite a musei e alle principali attrazioni)
Come avrai già capito, con un approccio simile non solo avrai più possibilità di convincere i potenziali ospiti, ma anche di migliorare il tuo revenue.