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21 Gr di Turismo: Confessione

  • Emilio De Risi
  • 22 Maggio 2025
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Questo articolo è stato scritto da Emilio Newsletter. Clicca qui per leggere l'articolo originale

🍴 Mordi e fuggi, crescita e distopie.

Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.

Racconto il mondo del turismo tra economia, etica, società e innovazione.

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In questo numero: la mia esperienza da mordi e fuggi; una riflessione sul concetto di crescita e l’assemblea di Federalberghi; il turismo negli Usa; e un micro racconto distopico.


©Giulia Fasano

La confessione del mio mordi e fuggi.

Sono andato al Salone del Libro di Torino: partito alle 7 e tornato a Milano con il treno delle 17; ingresso gratuito con accredito; da mangiare ho portato qualcosa da casa per non perdere tempo in fila: il mio contributo alla città di Torino è stato di due biglietti della metropolitana.

E allora mi sono chiesto: questo fa di me un turista mordi e fuggi?

La domanda è capziosa, lo so, perché se a Torino ci vai per un evento culturale come il Salone del Libro, difficilmente ti appiccicheranno questa etichetta. Ed è capzioso il modo in cui questa espressione è usata sia da chi critica la direzione che il turismo sta prendendo, sia da chi ambisce all’ipertrofia turistica.

Sto facendo delle riflessioni sulle due fazioni, magari ci scriverò su qualcosa.


Foto da Unsplash

QUALE CRESCITA?

C’è stata la 75esima assemblea di Federalberghi. Da Merano l’eterno presidente dell’associazione ha specificato che servono riforme audaci per trasformare il turismo in un motore di ricchezza sostenibile e articolata; riforme che permettano di accrescere la capacità del settore di produrre ricchezza per l’Italia.

Pressione fiscale, tasse sugli immobili, credito d’imposta per la riqualificazione degli hotel. E poi definisce quella dell’affitto breve turistico: concorrenza sleale.

Le répertoire è più o meno sempre lo stesso, e tutto sommato non c’è niente di sbagliato a fare le stesse richieste se ritieni siano prioritarie.

Quello che non capisco, è come ottenere questa ricchezza sostenibile e articolata.

Forse la minor pressione fiscale si traduce in aumento di stipendi, o il credito d’imposta per riqualificare l’hotel lo si abbina a un’azione a favore del quartiere? Perché, altrimenti, mi sembra una crescita sostenibile solo per gli azionisti.

E questo non fa bene al turismo, specie in un periodo in cui viene criticato su più fronti.


Foto da Unsplash.

LA SITUAZIONE NEGLI USA

Si prevede che le entrate turistiche diminuiranno. Da quando si è insediata la nuova amministrazione, negli Usa ci sono stati scossoni in molti settori: anche nel turismo, che vale circa il 3% del Prodotto interno lordo e che fino poco fa era in forte espansione.

Il surplus commerciale del turismo americano era alto, ma adesso è in deficit di 50 miliardi di dollari. Quindi, dal punto di vista della bilancia commerciale ci sono meno arrivi di turisti stranieri, che da marzo sono diminuiti circa del 12%.

Il World travel & tourism council prevede che nel 2025 gli Usa avranno una perdita di entrate turistiche di 12,5 miliardi di dollari (-7% rispetto all’anno scorso).

E anche le grandi aziende non sono tranquille. Dopo aver riportato un indebolimento degli utili per il primo trimestre, Expedia ha rivisto al ribasso le previsioni annuali a causa della debole domanda statunitense, dopodiché il suo titolo è sceso dell’8%. La sua Ceo, Ariane Gorin, ha sottolineato che i viaggiatori europei stanno smettendo di prenotare gli Stati Uniti.

E non è la sola… Oltre a Expedia, c’è anche Airbnb a non vederla tutta rose e fiori (come avevo anticipato la scorsa settimana).

Virgolette

«Presumibilmente riflette la crescente ostilità di molti stranieri verso gli Stati Uniti, ma anche il timore di molestie da parte dei funzionari dell’Ice*»,

Dean Baker; senior economist del Center for economic and policy research.

*L’Ice è l’agenzia statunitense che si occupa del controllo delle frontiere.


Foto da Unsplash.

UN RACCONTO MOLTO BREVE

Come si dice in questi casi: tratto da una storia vera.

Distopia di maggio. È già sera quando decide di passare la notte in albergo. Lungo la strada, la sua Q8 lo protegge da tutto quello che incrocia: taxi, auto con gruppi di amici in cerca di baldoria e rider di Glovo che pedalano veloci. Gente che non ha bisogno di dormire, pensa.

Riconosce la sagoma illuminata dell’hotel, si avvicina e parcheggia nel posto riservato. Somiglia a tanti altri alberghi di fascia alta, ma ha qualcosa di speciale.

Le porte a vetri si aprono promettendogli la notte che sogna. Un sorriso lo accoglie; percorre i pochi passi che lo separano dalla reception: i tacchi delle scarpe in cuoio toscano risuonano sul pavimento di granito. Il check-in è veloce a quest’ora. Camera 303.

Ascensore fino al terzo piano, poi il corridoio e la chiave magnetica sul sensore. Entra. Si spoglia. Dalla sua valigetta tira fuori un pigiama di seta mulberry. Ecco, la vede. Si avvicina, è lì che l’aspetta, è il suo premio.

Il volantino, baluardo di un antico mondo analogico, dice: «Biow, specializzata in tecnologia del sonno, rimuove le nanoparticelle nocive dall’aria e rilascia gli anioni che il tuo corpo assorbirà attraverso la pelle e la respirazione. Questa notte dormirai bene, finalmente».

Si può trasformare una notizia in una storia? Si può cambiare qualche paradigma nel modo di comunicare? Mi sono divertito a farlo. Non so come la pensi, se ti va dimmelo.

Questo micro racconto è nato dopo aver letto che il gruppo alberghiero Radisson ha stretto una partnership proprio con l’azienda Biow e che introdurrà in quattro dei suoi hotel europei questa tecnologia per migliorare il sonno (il finale della storia è preso dal loro comunicato stampa).

Non è solo una notizia turistica, racconta della nostra società gonfia di ansie e pronta a inseguire tutti i sistemi per superare i suoi limiti. E mi è sembrato l’inizio ideale di un romanzo distopico.


È tutto per oggi, alla prossima

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By Emilio De Risi

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