
Quante storie dietro ogni numero.
Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
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In questa uscita: ho provato a declinare il titolo di oggi in più modi, perché ci sono tante storie dietro ogni numero.
Prima dei numeri, le parole
Sono stato invitato al podcast Ospitalità 4.0 on the Road per parlare di copywriting per alberghi (ma direi non solo).
Ti lascio qualche spunto emerso durante la chiacchierata:
Evita la scrittura di plastica fatta di frasi artificiali e impersonali; scansa le etichette vuote di significato; rifuggi dall’ansia da call to action.
Se vuoi approfondire, puoi guardare la puntata. Eccola qui:
NUMERI SUPERATI
Il buon momento di Airbnb. Dopo aver annunciato che utili e ricavi del 2024 hanno superato le aspettative, le sue azioni sono aumentate del 14% (nonostante i risultati attesi per l’inizio del 2025 siano un po’ più bassi).
Ma oltre ai risultati ci sono tre punti da mettere in fila:
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Pensa di investire fino a 250 milioni di dollari in nuove attività, a partire da maggio;
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Vuole che la loro app diventi il posto dove andare per ogni esigenza di viaggio e non ne lancerà altre;
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Prevede di mantenere una redditività alta, con un margine Ebitda rettificato del 34,5%.
Perché è interessante? Nonostante le discussioni su freni e limiti agli affitti brevi fatte in più posti nel mondo, l’attore principale di questo mercato va molto bene. È un aspetto che dovrebbe imporre qualche riflessione.
NUMERI NON RISPETTATI
Il valzer delle emissioni. Intercontinental Hotel Group non raggiungerà l’obiettivo di ridurre le emissioni dei gas serra del 46% entro il 2030; poi aggiunge che, anzi, dal 2019 nei suoi 6.700 hotel e resort le emissioni sono aumentate del 7,2%.
A questo fatto la responsabile della sostenibilità di IHG, Catherine Dolton, aggiunge qualcosa che fa riflettere.
Secondo Dalton, affinché gli hotel possano decarbonizzare in modo rapido sono necessari grandi cambiamenti all’esterno, e molti dei Paesi dove ci sono i loro hotel non hanno definito delle politiche nazionali di zero emissioni. Quindi è la lenta adozione dell’energia rinnovabile ad aver rallentato i progressi.
Ecco alcune delle azioni che il gruppo IHG ha chiesto agli hotel per ridurre le emissioni:
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Usare l’illuminazione a led;
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Installare soffioni doccia adatti a risparmiare acqua;
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Aggiungere controlli di illuminazione che spengono le luci nelle stanze vuote e termostati che spengono riscaldamento o aria condizionata quando serve.
Qui si apre un’altra parentesi: fino a che punto un gruppo può influenzare hotel che non possiede, e dei quali non possiede il budget, a fare certe scelte. Secondo Dalton, abbastanza.
Infine la responsabile della sostenibilità sottolinea che IHG ha ideato degli hotel che riescono a raggiungere emissioni di carbonio molto basse, o addirittura zero (non usando combustibili fossili, ma energie rinnovabili).
Per il futuro. La compagnia alberghiera rivaluterà i suoi obiettivi climatici e si concentrerà su cose che può controllare e influenzare.
Perché è interessante? Questa notizia ci racconta, ancora una volta, che non dovremmo trattare la sostenibilità come una materia di marketing, che non dovremmo usarla per fare storytelling arditi.
Non riguarda solo IHG ma tutti gli hotel, da quello di compagnia, fino alla piccola pensione. Dovrebbe essere una lezione da imprimere a fuoco. Ma posso dire di essere scettico?
NUMERI DI OGNI PAESE
In Italia
Vendita. Unipol pensa di dismettere gli alberghi che ha in portafoglio, vale a dire Una Hotels, e si aspetta di ricavarne un miliardo di euro.
Sarà una gara a inviti, e decisamente non per tutti: le indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore parlano di Blackstone (in Italia ha acquistato sei hotel dalla famiglia Mangia); Starwood Capital; Sixth Street (ha comprato Le Palme Hotel & Resort in Sardegna); e forse Airmont (ha un accordo con Pellicano hotels che vuole espandersi con delle acquisizioni).
Crescita. Belstay Hotels, giovane catena con alberghi di design quattro stelle, procede in modo positivo. Nel 2024 i suoi hotel a Milano, Mestre e Roma hanno fatturato 20,6 milioni di Euro, con più di 190.000 camere vendute e 320.000 ospiti. Si allarga anche il segmento Mice: 1000 eventi e una crescita del volume d’affari del 12% rispetto all’anno prima.
All’estero
Numeri che crollano. È successo ai titoli azionari di alcune compagnie crocieristiche dopo che un alto funzionario statunitense ha detto che le avrebbe costrette a pagare le tasse.
«Hai mai visto una nave da crociera con una bandiera americana sul retro? Hanno bandiere come quella della Liberia o di Panama». «Nessuna di loro paga le tasse». «Tutto questo finirà sotto Donald Trump e quelle tasse saranno pagate».
Dopo le parole del nuovo Segretario al Commercio Howard Lutnick il titolo di Royal Caribbean è sceso quasi del 10%, quello di Norwegian Cruise Line del 7% e Viking Holdings del 4%.
Da sempre le compagnie di navigazione usano le cosiddette bandiere di comodo, ossia registrano le navi in Paesi con leggi più permissive, anche se poi hanno sede altrove. Ad esempio Royal Caribbean e Norwegian con sede a Miami battono bandiera della Liberia e Bermuda; la bandiera di Carnival, invece, è di Panama.
Ha il suono della Cabala. Oggi è giovedì grasso e una chiacchiera sul carnevale è da fare. La cosa che non sapevo e ho trovato curiosa è che a Baden-Baden, in Germania, il carnevale è iniziato l’11 / 11 alle 11:11… del 2024.
Quindi il fasnacht della deliziosa città termale, è in realtà un’intera stagione.
È tutto, ti auguro una giornata di buonumore degna del jeudi gras.
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