⁉️ Forse.
Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
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Questa settimana due riflessioni ispirate dalla punteggiatura; si prosegue con qualche notizia interessante e, in chiusura, una strappa sorriso.
Iniziamo!
SI PUÒ FARE
Il racconto della sostenibilità.
Qualche giorno fa è finita la COP29, quale momento migliore per una piccola riflessione su come si racconta la sostenibilità.
Ho scoperto dalla newsletter Areale che il climate change performance mette l’Italia solo al 43° posto nel mondo: con le performance climatiche siamo in un ritardo non edificante.
Allora, nel turismo come se ne parla? La scorsa settimana dicevo che il buon turismo passa dal racconto, e quello della sostenibilità ha dei refusi.
Ho notato quello che per me è un cortocircuito, che chiamerò per pura convenzione: «il biscottino». Chi vende il sistema sostenibilità alle aziende turistiche, usa spesso queste leve:
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La sostenibilità è un modo per rimanere competitivi sul mercato;
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I nuovi clienti vogliono prenotare viaggi sostenibili;
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Come guadagnare di più grazie alla sostenibilità.
Il biscottino ingolosisce il lato più primordiale dell’essere umano, quello del fatturato.
Il non detto nella mia mente suona così: «Lo so che sotto sotto non ti importa, ma se fai così qualcosa guadagni».
Senza scandalizzarsi, lo sappiamo che è anche così (è la vecchia storia dei cartellini nei bagni d’hotel che invitano a risparmiare sulla lavanderia), ma voglio credere che esistano anche imprese che lo fanno perché è giusto.
Anche se rappresenta un costo.
E allora qual è il modo giusto di comunicare la sostenibilità? Non voglio soffermarmi sul cosa, più volte ho scritto la mia, ma sul chi.
Forse è arrivato il momento che non sia più il marketing a occuparsene, o meglio a smettere di usare i parametri di successo applicati dal marketing.
Si può fare?
E non c’è l’entusiasta determinazione del punto esclamativo pronunciato da Gene Wilder in Frankenstein Junior, ma la titubante speranza di un punto interrogativo.
Vuoi collaborare insieme su qualche progetto? Conosci una storia che valga la pena raccontare? Allora contattami da qui.
SI PUÒ FARE
Un altro tassello nel mosaico della formazione.
Una docente di un istituto alberghiero mi ha scritto dopo aver letto la riflessione sulla formazione della settimana scorsa.
È una di quelle che ci crede, mi arrogo la capacità di capirlo da come mi ha scritto. E nel suo sfogo ho visto un’idea.
Mi scrive: «Il Ministero parla di formazione dei docenti, ma non si progettano mai corsi di aggiornamento per chi insegna materie turistiche».
E ancora: «Se qualche aggiornamento riusciamo a farlo è perché lo cerchiamo tra le aziende del settore (aggiornamenti che non ci vengono riconosciuti). Non è neanche semplice, perché non ci sono concesse ore dalla scuola per partecipare».
Poi chiosa: «Il mondo del turismo è bellissimo e io, così come altri colleghi, vorremmo essere sempre al passo con i tempi. Si fanno tanti protocolli d’intesa, ma a noi nessuno pensa».
Non so come mi sia arrivata in mente quest’immagine, ma ho pensato che quando c’è un disastro ambientale si parla dell’importanza della messa in sicurezza, quanto aiuterebbe a evitare altre sciagure. Poi, passati i giorni dell’emotività si torna come prima.
Mi sono detto, immagina che bello se il Ministero del turismo si adoperasse per creare un protocollo con il Ministero dell’istruzione. Si potrebbero disegnare tanti percorsi di aggiornamento per chi insegna materie tecniche turistiche.
È come la manutenzione costante: meno roboante dell’inaugurazione di una nuova opera, ma indispensabile.
Si può fare.
E questa volta c’è la risoluta fermezza che solo un punto sa dare.
Spunti, riflessioni e notizie dal mondo del turismo. Il giovedì.
COSE DA SAPERE
In Italia
Chiarimenti sul check-in. Una circolare del Ministero dell’interno ha ricordato che il check-in da remoto non basta ad assolvere l’obbligo di riconoscimento degli ospiti, deve essere seguito da quello fatto di persona. Quindi il check-in online deve essere visto come un supporto.
La cosa riguarda soprattutto gli appartamenti in affitto breve e le soluzioni atipiche come i marina resort, ma vale anche per piccoli alberghi senza una reception aperta 24 ore.
Argent de poche. L’hotel Bauer di Venezia è stato comprato da Mohari Hospitality, investitore specializzato nell’hotellerie di lusso, in accordo con Omnam group. L’operazione è costata 300 milioni di dollari.
Pare si dovranno aggiungere altri soldi: circa 150 milioni di dollari per rifare le 120 camere e le 20 residenze.
Nel frattempo, nel mondo…
Crisi d’identità. Starbucks vuole ristabilire la rotta e riprendere il primato delle caffetterie. Per farlo si concentrerà su efficienza operativa, velocità e servizio. Limiterà alcuni prodotti di nicchia e si focalizzerà su quelli di punta.
Secondo il Ceo devono tornare a essere il terzo luogo, dove si passa del tempo bevendo una tazza di caffè.
Negli Usa le crociere cambiano. È un buon periodo per la navigazione turistica. Oltre ai numeri positivi, quello di cui sono contenti gli operatori è il ringiovanimento della clientela, non a caso è sempre più diffuso avere navi con pareti da arrampicata, piste da pattinaggio e mega scivoli.
Aspetto che porta anche al gigantismo sfrenato delle nuove navi.
… Stanno cambiano i clienti. Secondo un rapporto della Cruise lines international association, più del 30% delle famiglie in crociera è composto da due generazioni; il 28% da tre o cinque generazioni.
Per parafrasare un libro e un film, negli Usa sottolineano che la crociera non è più un paese per vecchi.
NOTIZIA CURIOSA
Per salutarci con un sorriso.
Tutto a 1 euro, sempre a 1 euro. Questa volta è in Sardegna; un altro paese (quelli che oggigiorno sono diventati tutti borghi) prova a vendere proprietà immobiliari a 1 euro.
… È tempo di fuggire. A rendere simpatica la trovata è a chi si rivolge: cittadini statunitensi delusi dall’elezione di Trump e con tanta voglia di fuggire.
Ed è tutto, alla prossima.
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