Prosegue la fase di sperimentazione della Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive e degli Immobili in Locazione Breve e per Finalità Turistiche (BDSR). A partire dal 13 giugno, anche le attività della regione Veneto possono richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) accedendo alla piattaforma online del Ministero del Turismo.
Dopo un primo avvio in Puglia, annunciato lo scorso 3 giugno, la BDSR si estende a nuove regioni prima di coprire l’intero territorio nazionale entro settembre 2024. Per i dettagli su come richiedere il CIN sulle tempistiche di entrata in vigore dei nuovi obblighi, vi invitiamo a consultare l’articolo di approfondimento “Affitti Brevi e CIN: Già Attiva la Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive (BDSR)”.
Intanto, dal Ministero del Turismo arrivano anche i primi dati: le attività che hanno richiesto il CIN dalla data di apertura della piattaforma hanno superato la quota mille. Questo numero è comunque relativo ad una piccola percentuale rispetto al totale delle attività, poiché le strutture ricettive e gli immobili destinati a locazioni turistiche attivi su territorio nazionale sono molto numerosi, anche nelle singole regioni in fase di sperimentazione. Pertanto, considerando che la novità è stata introdotta solo di recente, si prevede un aumento delle richieste di CIN nelle prossime settimane.
Crescita degli affitti brevi in Italia
A conferma dell’elevato numero di attività ricettive in Italia, riportiamo di seguito i dati del 2023 elaborati dal rapporto redatto da ISTAT e Ministero del Turismo, in cui si evince soprattutto una forte crescita degli affitti brevi, e, di conseguenza del numero di alloggi disponibili per le locazioni turistiche.
Osservando i dati a livello territoriale, in tutto il 2023 il settore extralberghiero ha visto un aumento delle presenze superiore al 20% rispetto al 2022, con il Lazio che ha registrato un incremento del 31,5%, seguito da Sicilia (25,2%), Campania (22,8%) e Lombardia (22,3%). Le Marche, la Toscana e il Veneto hanno visto il settore extralberghiero superare quello alberghiero in termini di presenze.
In altri territori, la preferenza per gli alberghi rimane predominante, con oltre il 70% delle presenze in Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e nelle Province autonome del Trentino-Alto Adige.
Collegandoci al numero di richieste di CIN registrate fino ad ora (che sono poco più di mille, come dichiarato dal ministero), vediamo nello specifico i dati delle regioni in cui è iniziata la fase di sperimentazione della Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive e degli Immobili in Locazione Breve e per Finalità Turistiche (BDSR). Nel 2023 in Puglia, il settore extralberghiero ha registrato una percentuale di presenze pari al 46,1%, mentre il settore alberghiero si arriva al 53,9%. Un dato importante per entrambi i comparti, considerando l’alto flusso turistico e il numero di mete molto ambite. In Veneto, invece, il settore extralberghiero ha superato quello alberghiero con una percentuale di presenze rispettivamente del 57,4% e del 42,6%.
Per avere un quadro più chiaro, vediamo nel dettaglio quanti sono gli immobili a vocazione turistica pubblicati su Airbnb e in quali regioni italiane si registra una maggiore concentrazione. Alla fine del 2023, gli alloggi disponibili su Airbnb in Italia hanno raggiunto una quota di 608 mila, con una maggiore concentrazione in Toscana (12,9%), Sicilia (11,4%) e Lombardia (11,1%). Il tasso di occupazione più elevato è stato registrato nel Lazio (69,3%), in Veneto (62,5%) e in Lombardia (60,3%).
Le nuove regole introdotte nel 2024, ossia l’introduzione del CIN e la tassazione della cedolare secca al 26%, potrebbero influenzare notevolmente questi numeri nel prossimo futuro e impattare sui numeri del settore extralberghiero e soprattutto sulla disponibilità degli immobili destinati agli affitti turistici.