INDAGINI E RICERCHE – Le carni avicole conquistano stabilmente la preferenza degli italiani, confermandosi le più consumate in ambito domestico con un consumo medio pro-capite di circa 22,05 kg, il valore più elevato registrato nell’ultimo decennio. Un risultato che testimonia l’apprezzamento trasversale per queste proteine, favorite da caratteristiche che le rendono uniche: versatilità nelle preparazioni, alto contenuto proteico, assenza di limiti religiosi e accessibilità da un punto di vista socioeconomico.
I dati parlano chiaro: 9 consumatori su 10 scelgono le carni avicole, con un indice di penetrazione domestica del 92%, il più alto tra tutte le tipologie di carne. In termini di volume, rappresentano il 42% del totale delle carni acquistate dalle famiglie italiane, una quota che sale al 44% se si considerano i dati complessivi di mercato.
Nel 2024, secondo le rilevazioni Ismea, si è registrato un aumento particolarmente significativo dei volumi acquistati da parte di due segmenti di popolazione: le famiglie con figli in casa hanno incrementato gli acquisti del 12%, mentre i single over 55 hanno fatto segnare un +7%.
Analizzando la composizione per tipologie di specie, nel 2024 la quota di carni di pollo si attesta al 77,3%, mentre rimangono stabili la quota delle carni di tacchino al 20% e delle altre carni avicole al 2,8%.
Il comparto produttivo cresce
La filiera avicola italiana ha vissuto un 2024 di crescita significativa, con la produzione in aumento del 3,6% in volume e i consumi interni che hanno fatto registrare un progresso del 3,7%. Un trend che si è confermato anche nel primo semestre del 2025, dove la produzione si è mantenuta stabile mentre la spesa domestica ha continuato a crescere.
Il settore conta oggi 64.000 addetti lungo l’intera filiera, di cui 25.500 impegnati nella fase di trasformazione, e genera un fatturato complessivo di 7,75 miliardi di euro, in crescita del 3,3% rispetto al 2023. Le carni bianche pesano per il 34% sulla spesa domestica complessiva destinata alla carne, confermandosi proteine accessibili, versatili e sostenibili.
Le uova, stella tra i proteici
L’Italia, quarto produttore europeo di uova con una produzione cresciuta del 3% nel 2024 rispetto all’anno precedente, vanta un consumo pro-capite di uova tal quali che si attesta a circa 218 uova l’anno. Il settore mantiene un ottimo livello di autoapprovvigionamento, pari al 97%.
Con un indice di penetrazione del 94% degli acquisti domestici – il più elevato tra tutti i proteici di origine animale – le uova si confermano il prodotto che negli ultimi anni ha mostrato le migliori performance. Gli acquisti in valore sono aumentati del 14,5% rispetto al 2022, mentre i volumi nel carrello hanno fatto registrare un +2,9% nello stesso periodo di confronto.
Tra i pochi prodotti per i quali si registrano incrementi di volume, le uova continuano a essere favorite dal rapporto vantaggioso tra costo e apporto proteico, oltre che dalla versatilità di utilizzo in cucina. Nel primo semestre 2025 la tendenza si è ulteriormente rafforzata, con le vendite in grande distribuzione e dettaglio cresciute del 10% a volume.
Si registra, inoltre, un forte aumento della vendita di ovoprodotti pastorizzati, pratici e versatili nell’utilizzo – in particolare albume misto e tuorlo d’uovo – che sono ormai entrati stabilmente nelle abitudini alimentari dei consumatori.
Una crescita di lungo periodo
Guardando alla prospettiva temporale più ampia, i dati Ismea evidenziano come tra tutti i prodotti proteici di origine animale, carni bianche e uova abbiano registrato dal 2021 al 2024 la crescita più significativa nei volumi acquistati dalle famiglie: +11,8% per le carni avicole e +9,7% per le uova. Un trend che conferma il consolidamento di queste proteine come scelte privilegiate dai consumatori italiani, capaci di coniugare qualità nutrizionale, convenienza economica e facilità d’uso quotidiano.
